Sento il bisogno innanzitutto di ringraziare quelle tante persone che a diverso titolo si sono impegnate per la buona riuscita di questa tornata elettorale, così importante e così decisiva.
Mi riferisco alle persone impegnate nei seggi, all’ufficio elettorale ed in anagrafe, alla polizia municipale, all’economato, al centro elaborazione dati e all’ufficio statistica: oltre mille tra donne e uomini che svolgono un servizio di fondamentale importanza e che non meritano di finire catapultati nella polemica politica spicciola.
Pur comprendendo lo stato di tensione insito in una competizione così serrata, trovo inaccettabili le dichiarazioni attribuite ad alcuni esponenti politici ed apparse ripetutamente sui giornali e sui media nei giorni scorsi, voci che parlano di grave inefficienza della macchina amministrativa comunale e di un artificioso rallentamento della elaborazione dei dati.
Non ci sono state gravi inefficienze, ma i normali problemi ed i soliti intoppi che si verificano ad ogni tornata elettorale. La cause sono molteplici: dalla semplice inesperienza di alcuni presidenti (esiste una prima volta per tutti) comunque nominati dalla Corte d’Appello e non dal Comune, alla stanchezza derivante da una maratona elettorale con tempi, schede e modalità di voto diverse. Esistono poi anche i semplici errori e le macchine che si rompono ( e che vengono sostituite a tempo di record), ma tutto nell’ambito della normalità e soprattutto nella totale buonafede.
E’ comprensibile che si facciano verifiche e che si pretendano controlli approfonditi (tutti per altro previsti dalla legge elettorale), ma nessuno può sentirsi autorizzato a mettere in discussione la professionalità e l’onestà di chi lavora, soprattutto se si generalizza: i presunti errori, infatti, si sono comunque registrati in 6 seggi su 187, meno del tre per cento del totale, una media che farebbe invia a qualsiasi azienda privata, mentre in questo caso stiamo parlando per lo più di volontari poco pagati, di persone che svolgono un compito prezioso per la democrazia e che per questo vanno sostenute e ringraziate.