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Macchine per ceramica: il 2008 cede il passo ma conferma la leadership mondiale

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ceramicaLa 17a Indagine Statistica condotta da Acimac rileva un fatturato di 1.825,5 milioni di euro, con un calo del 5,8% rispetto al 2007. Il buon andamento dei primi mesi dell’anno ha controbilanciato la caduta dell’ultimo trimestre. Preoccupazione sulla tenuta del settore per l’anno in corso.  Atteso un ulteriore ridimensionamento del giro d’affari. Il settore dei costruttori italiani di macchine per ceramica si conferma leader mondiale. L’export si contrae lievemente e rappresenta il 73,9% del fatturato totale. Unione Europea, Medio Oriente e Europa dell’Est i principali mercati.  In caduta il mercato italiano, –13,6%

I produttori italiani di macchine e attrezzature per ceramica e laterizi archiviano un 2008 in flessione.

Il fatturato di settore, lo scorso anno, ha subito un ridimensionamento del -5,8%, assestandosi su 1.825,5 milioni di euro. I risultati positivi registrati nella prima parte dell’anno non sono riusciti a compensare l’onda d’urto della crisi economico-finanziaria che ha impattato pesantemente sul settore nella seconda metà del 2008.

 Resta invariata la penetrazione sui mercati internazionali che generano il 73,9% del fatturato totale, confermando la leadership mondiale dei costruttori italiani. L’export si mantiene infatti sui livelli del 2007, con un lieve decremento del -2,7%.

 Sono queste le principali evidenze che emergono dalla 17a Indagine Statistica Nazionale realizzata da ACIMAC, che fotografa accuratamente l’evoluzione del settore meccano-ceramico. 

 Mercato italiano al palo

 Dopo il boom registrato nel 2007, (+20,3% a 551,4 milioni di euro), il mercato italiano delle macchine per ceramica ha registrato lo scorso anno una battuta d’arresto. Il fatturato generato dal mercato domestico si è fermato a 476,5 milioni di euro (-13,6%). A determinare la frenata, la contrazione nei due maggiori settori clienti, produttori di piastrelle e laterizi, pesantemente condizionati dallo stallo del mercato del settore edile e delle costruzioni.

 L’export conferma i livelli raggiunti

 Il settore italiano delle macchine per ceramica nel 2008 conferma la sua leadership mondiale.

L’export rappresenta il 73,9% del fatturato totale, pari ad un valore di 1.349 milioni di euro, in lieve calo (-2,7%) rispetto al 2007.

 Il primato dei costruttori italiani di macchine per ceramica è confermato anche dalla torta dei mercati continentali, che continua ad avere fette abbastanza omogenee. Il continente europeo resta il protagonista assoluto con il 39,3%, l’Asia, incluso il Medio Oriente, pesa per il 32,8%, l’America rappresenta il 16,4% mentre l’Africa l’11,3%.

 Scendendo nel dettaglio delle aree geografiche identificate dallo studio, l’Unione Europea, seppur in calo di 12 punti percentuali sul 2007, si conferma primo mercato di export per la tecnologia ceramica italiana con 344,1 milioni di euro (25,5% del totale). Seguono, anche nel 2008, i Paesi dell’area medio-orientale che, con 221,5 milioni di euro (16,4% del totale), registrano un calo del -7,2%.

 Si riconfermano al terzo posto i Paesi dell’Europa Orientale con un valore di 186,6 milioni di euro, in crescita del 14,3% sul 2007, e un’incidenza del 13,8% sul fatturato totale. Balza al quarto posto il continente africano con 152,1 milioni di euro (+7,2% sul 2007) e una quota dell’11,3% sul totale.

 Il Sud America con 144,8 milioni di euro (+1,4%) e pari al 10,7% del totale, scende di un gradino posizionandosi al quinto posto tra i maggiori mercati di export della tecnologia italiana. Salgono, invece, di una posizione i paesi classificati come “Altri Asia”, che includono tra gli altri India, Tailandia, Indonesia e Vietnam. È di questi Paesi la migliore performance di crescita: +28,3% pari, in termini assoluti, a 124,9 milioni di euro (il 9,3% del totale).

 Indice negativo dell’8,4% per le esportazioni verso Cina, Taiwan e Hong Kong che, con 96,0 milioni di euro costituiscono il 7,1% delle esportazioni totali,  Una brusca frenata ha, invece, caratterizzato il Nord America: -20,5% pari a 76,4 milioni di euro (il 5,7% dell’export totale). Come al solito, in coda, l’Oceania, con un fatturato di 2,9 milioni di euro, che chiude il 2008 con -71,4%.

 L’internazionalizzazione

 Nel 2008 si è assistito a un ulteriore consolidamento della presenza delle imprese italiane all’estero, censite dalla scorsa rilevazione statistica. Il numero delle società estere a capitale maggioritario italiano (superiore al 51%) è cresciuto di 11 unità rispetto al 2007. Al 31 dicembre 2008 erano 68 le aziende controllate da Gruppi italiani, per un fatturato complessivo di 281,6 milioni di euro (+1,8% sul 2007).

Struttura del settore

 Le imprese italiane fornitrici di macchine per ceramica nel 2008 sono risultate 159, 8 unità in meno rispetto all’anno precedente. Nella quasi totalità dei casi si tratta di imprese di piccole dimensioni, con fatturati inferiori ai 5 milioni di euro. Le aziende più numerose restano quelle di piccole dimensioni (fatturato da 0 a 2,5 milioni di euro) che rappresentano il 47.2% del totale. L’incidenza maggiore sul fatturato totale, 69,1%, rimane, all’opposto, delle imprese di dimensioni maggiori (fatturato superiore ai 25 milioni di euro). È questo  il solo gruppo di aziende che conferma anche nel 2008 un trend di crescita costante sia nel loro numero sia nell’incidenza sul fatturato totale.

 Il numero degli occupati è diminuito di 215 unità, passando da 7.560 a 7.345 persone. Anche le aziende del settore meccano-ceramico hanno fatto ricorso nel 2008, e in questi primi cinque mesi del 2009, a varie forme di ammortizzatori sociali per adeguarsi al rallentamento della domanda e contenere i costi aziendali.

 Tipologie di macchine

 Invariata anche l’incidenza delle singole famiglie di macchine sulla composizione del fatturato totale. Le macchine “centrali” della linea di produzione, cioè presse e stampi, rappresentano, insieme, il 29% del fatturato complessivo, seguite dai forni con il 12,6%, dagli impianti di smaltatura e decorazione, al 12,5%, e dalle macchine per la preparazione delle terre, all’11,8%.

 Settori clienti

Per quanto riguarda la suddivisione nei sei settori clienti, il 2008 ha visto la riconferma della ormai consolidata ripartizione. I produttori di piastrelle restano i principali destinatari della tecnologia italiana con una quota predominante sul fatturato totale: il 75,3% pari a 1.378,6 milioni di euro (-8,9% sul 2007). Al secondo posto i produttori di laterizi. Il giro d’affari generato dalle vendite in questo comparto è risultato in crescita del 11,1%, pari 265,3 milioni di euro (il 14,5% del fatturato totale di settore).

Seguono le macchine per sanitari che, totalizzando un fatturato di 101,6 milioni di euro, registrano un calo del -7,8%. In crescita per il secondo anno consecutivo il mercato dei refrattari: 45,2 milioni di euro, con un incremento del 20,8% sul 2007. Un ulteriore frenata ha caratterizzato, invece, le macchine per stoviglieria: -20,9% pari a 28,7 milioni di euro. Positivo, infine, l’andamento delle vendite di macchine per ceramica varia, cresciute sia sul mercato domestico sia su quelli internazionali.

Previsioni per il 2009

Il 2009 sarà un altro anno difficile per i produttori di macchine e attrezzature per l’industria ceramica e del laterizio. La crisi internazionale ha bloccato gli investimenti nella quasi totalità dei mercati e gli ordini, in calo, si limitano a interventi di adeguamento e manutenzione di impianti esistenti.

Questi elementi portano a stimare un calo del giro d’affari e una possibile razionalizzazione del settore, che potrebbe accelerare processi di aggregazione e crescita dimensionale delle imprese.

 

“Resterà indiscussa, però, la nostra leadership mondiale e la capacità delle nostre imprese di creare innovazione, l’unica arma che consentirà di superare questo difficile momento con soluzioni innovative per i nostri clienti e gli utilizzatori finali” – dichiara il presidente di Acimac, Pietro Cassani. “Le nostre aziende stanno concentrando tutti i loro sforzi nella Ricerca & Sviluppo sicuri che, ancora una volta, usciremo rafforzati da questa crisi”.