Sull’ esercizio del diritto di voto delle detenute e dei detenuti ristretti presso la Casa Circondariale di Bologna, alle Elezioni ammnistrative ed europee del 2009, la Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, Avv. Desi Bruno, dichiara quanto segue.“L’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale constata positivamente che il numero delle persone detenute
presso la locale Casa Circondariale, sia in esecuzione pena che in custodia
cautelare, che, avendo mantenuto il diritto di voto, hanno legittimamente
richiesto di esercitare tale diritto nel luogo di reclusione, ai sensi
degli artt. 8 e 9 legge 23 aprile 1976, tramite la costituzione di un
seggio speciale, si sia attestato a 45, in sensibile crescita rispetto alla
precedente tornata elettorale.
Sul numero relativamente esiguo incide anche il fatto che il 70% dei
detenuti siano stranieri, che altri abbiano perso il diritto di elettorato
attivo in seguito alla condanna, e che molti non residenti, in aperto
contrasto con il principio di territorialità della pena previsto
dall’Ordinamento penitenziario, incontrino difficoltà nel venire in
possesso della tessera elettorale. Anche considerando le suddette ragioni
il risultato conseguito è da considerarsi positivo alla luce di una legge,
la n. 136 del 1976, che, così come è strutturata, non agevola, di certo, i
detenuti a godere del diritto di voto, prevedendo un meccanismo lungo e
complesso, subordinando l’esercizio del diritto di voto all’espletamento di
diversi adempimenti, per il quale per la persona ristretta è necessario far
pervenire al sindaco del comune nelle cui liste elettorali è iscritta una
dichiarazione della propria volontà di esprimere il voto nel luogo in cui
si trova, con in calce l’attestazione del Direttore dell’istituto
comprovante la detenzione.
Al fine di incentivare l’esercizio del diritto di voto in carcere, diritto
fondamentale per la partecipazione alla vita politica del nostro Paese
delle persone detenute, pare opportuna la previsione di una nuova legge che possa semplificare la procedura per il godimento di tale diritto”.