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Lillo Cerami sull’abbattimento dei palazzi verdi a Sassuolo

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L’abbattimento dei palazzi verdi, ovvero: il mondo “del caos” o il “mondo degli uomini che credono negli uomini” ? Ci sono due mondi che si contrappongono. C’è il mondo “del caos” o “dello stupore” che si può chiamare così perché cerca di imbellettare l’esteriorità, di arrivare alla bellezza di facciata. In questo mondo si cerca di costruire una perfezione mai realmente raggiungibile proprio perché solo esteriore.

Senza sostanza tutto avvizzisce in fretta e svela presto quanto sia distante in realtà l’annunciata perfezione. In questo “mondo” l’unica soluzione che si pensa possibile è quella di distruggere (caos) e rimodellare creando forme scintillanti (stupore). Questo è il mondo in cui il maschile cerca tenacemente di rimanere separato dal femminile e dalla sua forza e vitalità.
A questo mondo “del caos” si contrappone il “mondo degli uomini”. Qui la presenza del femminile è ben radicata e aggiunge struttura, sostanza, alla potenzialità del maschile.
La “distruzione” qui si accosta solo al dolore, non viene usata per arrivare all’ordine, alla gioia, alla sicurezza. A ciò si arriva solo grazie alla natura stessa del femminile; e non certo col “caos” che veste il “male” da “bene”, il dannoso da utile.

Il “mondo degli uomini”, per perseguire un equilibrio verso un bene semplice sempre maggiore, per rettificare ciò che non va, si propone come costruttore, non come distruttore!
La presenza del male è garanzia di libertà di scelta perché solo così l’uomo può permettersi di scegliere il bene (libero arbitrio).

La “sicurezza”, ciò che questa parola significa, non ha nulla a che fare con l’ “abbattimento” o con “palazzi verdi”, parole alle quali è da tempo unita. Si arriva alla sicurezza quando si elimina la paura dell’altro pur riconoscendone le diversità. Nel “mondo degli uomini”, le diversità esteriori non possono vincere la voglia di trovare punti in comune per arrivare a un mondo di tutti.
La sicurezza non può esaurirsi con la protezione, abbiamo già visto dove ci ha portato il colore nero delle camicie.
La parola “protezione” preferiamo riservarla al mondo che ci ospita. Invece preferiamo utilizzare la “costruzione”. Rispettando le individualità, di tutti. “Costruzione” con tutti e non contro qualcuno. Questo ci collegherà in una rete infinita, di relazioni, di rispetto, che ci permetterà di vivere senza paura (cercando di risolvere innanzitutto la paura prima che è quella della morte).
Per questo diciamo NO alla distruzione! NO soprattutto alla distruzione di palazzi di un bel colore verde! NO alla negazione del male, per nasconderlo agli occhi. NO alle finte soluzioni! NO a caos e stupore!
Tutto questo è etica che dovrebbe essere la materia prima di ogni opera dell’uomo.

Lillo Bruno Cerami