Una nuova “torre di controllo” per il traffico ferroviario di Bologna, ovvero il più significativo potenziamento tecnologico degli ultimi 50 anni per garantire più treni, più regolarità e più sicurezza: il tutto per un investimento complessivo di 90 milioni di euro.
Dalla tarda serata di domenica, il più importante nodo ferroviario d’Italia sarà coordinato da un nuovo cervellone elettronico denominato Apparato Centrale Computerizzato (ACC).
Dopo circa 60 anni, gli apparati in esercizio saranno sostituiti da una nuova tecnologia d’eccellenza in grado di garantire il pieno sfruttamento delle infrastrutture ferroviarie, in corso di potenziamento sul nodo bolognese e sulle linee afferenti. A regime, il nuovo sistema sarà in grado di gestire 1.200 treni al giorno, rispetto ai 600 attuali: due le sale di controllo gemelle, di cui una dedicata all’alta velocità, quattro per turno in tempo reale (una ventina nell’arco della giornata) i tecnici superspecializzati che lavoreranno nelle sale controllo.
Per consentire al nuovo “cervellone” di prendere le redini del comando, nel week end ci saranno importanti modifiche nella circolazione dei treni (è stato calcolato un 15% di cancellazioni) e si arriverà, per la prima volta nella storia, fino alla chiusura totale al traffico della stazione di Bologna dalle 22.30 di sabato alle 15 di domenica.
Trecento i tecnici al lavoro nel fine settimana per consentire l’operazione, che inizierà alle 9 di sabato 23 e terminerà alle 18 di domenica 24: dopo, dovrebbe andare tutto secondo i piani, anche se alcune variazioni di orario saranno possibili anche nei giorni successivi.
“Un evento epocale”, lo ha definito Michele Mario Elia, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs), ricordando che Bologna è un “nodo strategico” per il traffico ferroviario italiano per dimensioni, persone e strategie. Numerosi, ha spiegato Elia, i vantaggi legati all’utilizzo del nuovo cervellone: la logica elettonica consentirà infatti una maggiore flessibilità di utilizzo dei binari di stazione, un aumento delle potenzialità (a regime la gestione sarà di 1.200 treni contro gli attuali 600), vantaggi nel campo della diagnostica, ovvero la possibilità di prevedere eventuali guasti rimuovendoli prima che questi possono provocare disservizi. Infine, una informazione al pubblico ‘integrata’.
Fino ad oggi, la logica di coordinamento e controllo rispondeva all’elettromeccanica, e scontava una assenza di supervisione, complessità nell’operatività e maggiori tempi di reazione dell’apparato.