La Fiom/Cgil e la Fim/Cisl congiuntamente con i lavoratori della Gemitech, azienda metalmeccanica di Camposanto di circa 70 addetti, denunciano l’utilizzo improprio della cassa integrazione guadagni ordinaria a cui
l’azienda (che lavora per conto terzi e ha legami con diverse industrie importanti del nostro territorio) ha fatto ricorso con la motivazione di dover fronteggiare una situazione improvvisa di crisi. In realtà mentre
l’azienda mette quasi tutti i lavoratori in Cigo per tre mesi, contemporaneamente procede a nuove assunzioni.
Già a febbraio il Sindacato aveva incontrato la direzione aziendale per verificare alcune segnalazioni pervenute dai lavoratori durante un’assemblea sindacale che denunciavano una riduzione della produzione per
alcuni lavoratori e non per altri, oltre alla volontà da parte dell’azienda di non pagare le ore di straordinario, ma di inserirle in una banca ore
senza però il riconoscimento della maggiorazione prevista dal ccnl.
Nell’incontro di febbraio l’azienda ragionava di un possibile accordo di banca ore per far fronte alla necessità di ricorrere a ore di straordinario
per commesse urgenti, poi improvvisamente nel giro di un paio di settimane la comunicazione ai Sindacati di apertura della cassa integrazione che riguarda la quasi totalità delle maestranze per un periodo di 13 settimane a partire dal 23 marzo fino al 20 giugno, compresi gli apprendisti che sono stati sospesi a zero ore senza alcun riconoscimento economico e nessuna
tutela.
Durate gli incontri (l’ultimo svolto il 16 aprile), i Sindacati hanno chiesto ripetutamente spiegazioni in merito ad un repentino cambiamento della situazione aziendale, ma sopratutto in merito ad alcune assunzioni
fatte dalla Gemitech nello stesso mese di marzo, in evidente contrasto con la situazione di crisi dichiarata, lasciando così forti dubbi sulla vere
motivazioni che hanno portato l’azienda ad accedere alla cassa integrazione, celando dietro la crisi economica, la volontà di una
riduzione dei costi finalizzata a maggiori profitti.
A testimonianza di ciò, l’azienda ha deciso di non riconoscere ai lavoratori in cassa integrazione la garanzia della maturazione dei ratei di ferie, permessi, Tfr e tredicesima, operando così un’ulteriore decurtazione
delle già magre retribuzioni in cassa integrazione. A ciò si aggiunge la decisione della direzione aziendale di non prevedere un piano di formazione per la riqualificazione delle professioni, molto richiesto da lavoratori e
sindacati.
Fiom e Fim hanno segnalato alla commissione Inps le inadempienze dell’azienda con la richiesta di una verifica approfondita, e insieme ai lavoratori hanno valutato possibili iniziative di mobilitazione se l’azienda non cambierà la propria posizione.
Fiom/Cgil – Fim/Cisl Mirandola