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Licenziamenti alla Automatic Toys di Modena

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Sono 5 i lavoratori licenziati alla Automatic Toys azienda modenese che produce giochi automatici per bambini. Cinque lavoratori, 4 dei quali immigrati, con una lunga attività in azienda anche sino a 20 anni, che rimangono senza lavoro e senza alcun reddito, visto che il loro salario era la principale e/o unica fonte di sostentamento per sé e le loro famiglie.


Dallo scorso agosto, l’azienda ha infatti proceduto a licenziamenti individuali uno dopo l’altro, motivandoli con la crisi e il calo degli
ordini, rifiutandosi di firmare l’accordo con la Fiom/Cgil che avrebbe consentito almeno le mensilità dei preavvisi e il diritto all’iscrizione
nelle liste di mobilità (per alcuni lavoratori anche sino a 2 anni).
La vicenda degli esuberi alla Automatic Toys risale al novembre-dicembre 2007 quando la direzione, esercitando pressioni indebite sui lavoratori attraverso contatti individuali, preme per metterli in mobilità negando
però le dovute mensilità di preavviso e qualsiasi incentivo all’esodo.
L’azienda adduce motivazioni di crisi e calo degli ordinativi per giustificare questi esuberi.
Trovando l’opposizione del Sindacato, l’azienda ha dunque proceduto a gennaio 2008 ad aprire per 5 lavoratori, su un totale di 17 dipendenti, la procedura di cassa integrazione ordinaria per tre mesi e mezzo, senza
rotazione e senza anticipi, penalizzando fortemente i lavoratori coinvolti e lasciandoli per tutto il periodo senza alcuna forma di salario. L’accordo per la Cigo non viene per questo firmato dalla Fiom/Cgil.

Al rientro dalla cassa integrazione, l’azienda dimostra chiaramente di voler procedere sulla strada dei licenziamenti e proseguono le pressioni
individuali per convincere i lavoratori ad accettare il ricatto della messa in mobilità, senza riconoscimento dei mesi di preavviso e senza incentivi all’esodo.
A rendere più difficile la tutela di questi lavoratori e la possibilità di scongiurare i licenziamenti intervengono nel luglio 2008 le dimissioni di un addetto e la scadenza naturale di un rapporto di lavoro a termine, due
cessazioni che riducono il numero di addetti e fanno decadere il diritto alla mobilità.
Per tutelare i 5 lavoratori coinvolti dai licenziamenti, la Fiom di Modena era disponibile a firmare l’accordo di mobilità rinunciando agli incentivi all’esodo, ma l’azienda si è comunque dimostrata intransigente sulla
volontà di non riconoscere i preavvisi, procedendo unilateralmente ai licenziamenti.
Oggi cinque lavoratori – addetti esperti alla resina e al montaggio, carteggiatori e saldatori chi con 10 anni di attività alle spalle, chi 14
anni e chi con un’anzianità di servizio di 20 anni, tutti con figli e moglie a carico, con affitti da pagare e avvisi di sfratto, uno di loro
colpito da provvedimento di licenziamento mentre era in malattia – rimangono senza lavoro e senza le tutele previste dalla mobilità, e, data la situazione di crisi, con poche speranze di trovare a breve un’altra occupazione.

“Come è possibile che si permette tanta ingiustizia?” commenta Massimo
Valentini funzionario Fiom/Cgil e annuncia che la Fiom ha impugnato tramite i propri avvocati tutti i licenziamenti al fine di tutelare i diritti e la
salvaguardia dei posti di lavoro.