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Distretto: il governo convoca un tavolo anti-crisi

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E’ stato convocato per il prossimo 14 aprile il Tavolo nazionale della ceramica al quale parteciperanno la Presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri del Lavoro e dell’Ambiente, la Regione Emilia-Romagna, la Regione Lazio, le associazioni di categoria e i sindacati.

Obiettivo: valutare tutte le misure idonee al rilancio del settore in modo da consentire la continuità produttiva e occupazionale. Ad annunciarlo è il sottosegretario Francesca Martini, in risposta all’interrogazione presentata in commissione Lavoro della Camera dall’on. Ivano Miglioli assieme agli altri parlamentari del Pd.
Miglioli, nella sua replica al rappresentante del governo, pur dichiarandosi soddisfatto della convocazione del tavolo istituzionale, ha giudicato inadeguate le misure adottate sinora dal governo e ha ribadito quelle che, a giudizio del Partito democratico, dovrebbero essere le azioni a sostegno del settore: difesa dei livelli occupazionali, sostegno all’innovazione e alla ricerca, realizzazione delle infrastrutture da troppo tempo attese, misure a favore del credito alle imprese.
Per quanto riguarda l’occupazione il Pd chiede “il potenziamento della cassa integrazione, portando il periodo di copertura da 52 a 104 settimane, la semplificazione delle procedure, l’estensione della cassa integrazione straordinaria, l’adozione di ammortizzatori sociali anche per i lavoratori precari”.
Sul versante dell’innovazione resta prioritaria “la realizzazione del tecnopolo della ceramica; per i trasporti la bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo e l’avvio dell’attività di Marzaglia; sul versante dell’energia l’attuazione delle misure previste dall’articolo 3 della legge 2/2009”.
Il distretto ceramico fattura poco meno di 8 miliardi di euro, occupa più di 42mila dipendenti ed esporta oltre il 70 per cento della produzione ceramica nazionale in 150 paesi, con un saldo attivo della bilancia commerciale di oltre 4 miliardi. A metà marzo 2009 risultano sospesi dal lavoro più di 5mila lavoratori, di cui 3mila in cassa integrazione ordinaria, 1700 in cassa speciale, 500 a orario ridotto con contratto di solidarietà.