Una passeggiata fino a raggiungere la sommità della rupe del Pescale a Prignano, per scoprire un panorama unico e le suggestioni di un’area di particolare importanza archeologica. Sarà possibile da domenica 5 aprile, quando inaugurerà, alle ore 16, il Percorso naturalistico e archeologico che, partendo dal tratto finale della ciclabile lungo il Secchia, raggiunge dopo circa 200 metri la rupe del Pescale, un sito dove in passato sono stati ritrovati antichissimi reperti archeologici.
Alla cerimonia di inaugurazione (con ritrovo al parcheggio Lago Romeo, ex lago Paradiso alle ore 15,30, mentre per i ciclisti l’appuntamento è alle 15 al parcheggio di via dei Moli a Sassuolo) partecipano Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, Mauro Fantini, sindaco di Prignano, Massimo Giusti, vice presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, Luigi Malnati, soprintendente ai Beni archeologici dell’Emilia Romagna, e Ilaria Pulini, direttore del Museo civico archeologico etnologico di Modena.
Durante la cerimonia sarà scoperta una targa in memoria di Danilo Pifferi, i cui eredi nel 2006 hanno donato la Rupe del Pescale alla Provincia di Modena perché ne curasse la valorizzazione.
Come spiega Caldana, «il percorso fa parte di un progetto più ampio di recupero e valorizzazione della fascia fluviale del Secchia, da Sassuolo alla rupe del Pescale. Dal punto di vista naturalistico, la rupe rappresenta una particolarità geomorfologia nel territorio provinciale, costituendo una sorta di sbarramento naturale del fiume Secchia proprio al suo sbocco in pianura».
Sulla rupe del Pescale sorgeva un piccolo villaggio con capanne in legno e argilla; la presenza dell’uomo è segnalata in un arco temporale dal paleolitico superiore (circa 35 mila anni fa) all’età del bronzo nel XII secolo avanti Cristo.
E salendo sulla rupe sarà possibile approfondire la conoscenza di questo luogo grazie alla nuova cartellonistica storico-archeologica realizzata, come il percorso, grazie ad un progetto promosso dalla Provincia di Modena e i Comuni di Sassuolo e Frignano, con il contributo economico della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, la collaborazione della Soprintendenza, del Gal Antico Frignano e Appennino reggiano e del Museo civico archeologico di Modena, dove ora sono esposti i reperti recuperati al Pescale in due campagne di scavi condotte da Ferdinando Malavolti tra gli anni ’30 e ’40.