E’ un’opera d’arte che non ha precedenti, per estensione e caratteristiche, in altre biblioteche italiane. Si tratta di 130 metri quadrati di superficie, sulle volte a botte dei soffitti della sala conferenze della Delfini di Modena, sui quali l’artista Gianluigi Toccafondo ha realizzato un “affresco digitale”, che sarà svelato al pubblico il 4 aprile alle 17, dedicato allo scrittore modenese che dà il nome alla biblioteca civica di corso Canalgrande 103.
Saranno presenti anche Luigi Ficacci, Soprintendente ai Beni storici e artistici di Bologna e lo scrittore Ugo Cornia.
Sempre il 4 aprile, dalle 16 alle 17.30 sarà inaugurata alla Biblioteca Estense, al Palazzo dei Musei, la mostra “Dentro la foto. Gianluigi Toccafondo incontra Delfini”, aperta fino al 16, mentre alle 18.30, alla galleria d’arte contemporanea D406, in via Cardinal Morone 31/33, sarà inaugurata la mostra dei disegni di Gianluigi Toccafondo “Antonio Delfini, è mio dovere scrivere la malapoesia”, aperta fino al 10 maggio.
Dopo cortometraggi di animazione, sigle televisive per la Rai, sigle e loghi animati per il cinema, spot pubblicitari, mostre personali in Italia e in Francia, copertine di libri e l’aiuto regista per il film “Gomorra” di Matteo Garrone, Gianluigi Toccafondo ha usato per l’intervento alla Delfini materiali e tecniche moderne, guardando ai maestri del passato, ai grandiosi affreschi che abbelliscono i soffitti di antiche ville e palazzi storici.
Con uno stile personalissimo e moderno, Toccafondo ha reinterpretato circa settanta immagini in bianco e nero che documentano la vita, pubblica e privata, di Delfini: fotografie, collage e manifesti conservati dalla figlia Giovanna e nel Fondo della Biblioteca Estense di Modena.
L’artista è intervenuto direttamente sulla carta fotografica, scegliendo per ogni immagine una particolare tonalità di rosso, di rosa, di giallo e di grigio. Alterando i contorni dei volti, delle piazze, delle cose, coprendo e sfumando, con il colore denso e materico, ha trasformato un mondo conosciuto e riconoscibile in un luogo fantastico e onirico abitato da personaggi ignoti, ma dai tratti familiari.
La sequenza delle immagini non segue un ordine preciso, non quello cronologico, non quello aneddotico. Il racconto senza trama si svela allo spettatore in un caleidoscopio di immagini e di colori: una casa abbandonata piena di libri, un uomo con il cappello, un cielo rosso, una strana figura mitologica, figure femminili per strada. Si riconoscono Delfini (onnipresente), la facciata del teatro Storchi, piazza Roma, il Foro Boario, ma il colore avvolge e stravolge ogni cosa, trasfigura i soggetti, crea nuovi personaggi conferendo loro un’espressività densa e visionaria.
Sono due le sequenze di immagini che Toccafondo ha creato per la saletta conferenze della biblioteca. Colori vivaci (rossi accesi, gialli ocra, rosa porpora) per i primi anni di vita, la giovinezza, l’estate a Viareggio, gli amici, i giorni di mercato. Il colore grigio e infinite sfumature di azzurro e di verde per la maturità e la vecchiaia, la villa di Disvetro nella Bassa modenese, le solitarie passeggiate cittadine.
Le opere originali (disegni acrilici su carta fotografica di dimensioni 30,5×30,5 e 40×30,5 centimetri) sono state ingrandite e riprodotte, con procedimento a stampa digitale a plotter, su un particolare film in pvc laminato con pellicola trasparente opaca e applicato direttamente al soffitto a volta della sala conferenze. La stampa e l’applicazione sono state eseguite dalla ditta Logo Pubblicità di Modena.
In catalogo, edito da Logos, un testo di Luigi Ficacci, Soprintendente per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici di Bologna, gli acrilici realizzati per la biblioteca e 37 disegni inediti a carboncino e acrilico su carta, con invettive tratte da Antonio Delfini.
L’iniziativa è stata realizzata con il contributo della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Logo Pubblicità di Modena e Mactac (Morgan Adhesives Company).