La crisi colpisce anche Poste Italiane S.p.A. che in Emilia-Romagna ha perso, secondo la stessa azienda, circa il 30% del fatturato nei primi mesi di quest’anno. Così per ridurre i costi, dal 30 marzo Poste si riprende in ‘gestione diretta’ la consegna delle raccomandate ed il rifornimento dei portalettere nei quartieri di Bologna e Modena, lasciando a casa i circa 50 lavoratori delle ditte appaltatrici.
A fronte di questo “inatteso e gravissimo problema occupazionale” il sindacato dei lavoratori postali della Cisl (Slp) dell’Emilia-Romagna ha subito chiesto un tavolo di confronto a Poste ed alle aziende interessate per cercare di esaminare tutte le soluzioni possibili a tutela di questi lavoratori. “Se necessario –afferma Valerio Grillini, responsabile regionale Slp- chiederemo i tavoli provinciali di crisi previsti per i casi di licenziamento collettivi”.
Nel contempo, il sindacato postali Cisl avanza la proposta di “un assorbimento da parte di Poste Italiane dei dipendenti della ditta Act ed un diverso reimpiego in un’altra attività del gruppo per i dipendenti di Tnt, azienda che in regione vive un momento positivo con crescita del fatturato”.
In Emilia-Romagna i lavoratori interessati sono: 28 dipendenti Act a Bologna che riforniscono i portalettere (9 a Bologna Ponente, 10 a Bologna Roveri e 9 a Bologna Nord) ed 8 dipendenti Tnt che consegnano le raccomandate a Bologna Levante. In conseguenza dello stato di agitazione di questi lavoratori, nei prossimi giorni sono possibili ritardi e problemi nella consegna della corrispondenza.