In merito ad alcuni articoli apparsi oggi sulla stampa locale relativi all’indagine presentata dal
Comitato Consultivo degli Utenti, il presidente di Atcm Modena, dott. Pietro Odorici, intende precisare quanto segue.
Le affermazioni del dott. Alfredo Negri, presidente del Comitato Consultivo degli Utenti del trasporto pubblico locale, contengono giudizi che non esito a definire fantasiosi e gratuiti.
Sostenere, come fa il dott. Negri, che “chi dirige il trasporto pubblico non ha mai preso un
autobus” rappresenta una boutade priva di senso e molte delle accuse che ci vengono rivolte
sono malposte o non suffragate da dati reali ed oggettivi.
Tanto per cominciare, l’Atcm non gestisce la manutenzione o l’illuminazione delle pensiline, né
tantomeno può intervenire nella definizione di percorsi ed orari (tutte attività di competenza
dell’Agenzia per la mobilità). L’azienda che dirigo può rispondere solo per la gestione del
servizio di trasporto pubblico che le è stato affidato, ma non può intervenire a 360 gradi sul
mondo della mobilità. Questo il dott. Negri lo sa bene, eppure finge di dimenticarlo e continua
a chiamarci in causa a sproposito.
Venendo invece all’attività che veramente svolgiamo e parlando di regolarità del servizio, ad
esempio, la cosiddetta “indagine” svolta dal Comitato risulta assolutamente opinabile ed
empirica, perché molto limitata nel tempo e nel numero di corse prese in esame. Ricordo che i
mezzi Atcm effettuano centinaia di migliaia di corse all’anno e che l’indice di puntualità
(imposto dal contratto di servizio e verificato puntualmente dall’Agenzia per la Mobilità) è
attestato al 99,2% negli orari di punta. Pertanto, la ristrettezza del campione “statistico”
sbandierato dal Comitato (sorvolando poi sulle modalità con cui si è operato: con quali
strumenti sono stati presi i tempi? Da quante persone? Chi ha verificato l’esattezza dei dati
registrati?) rendono la presunta indagine ben poco significativa.
Il dott. Negri, peraltro, è un assiduo frequentatore dei nostri autobus e si sarà certamente reso conto che essi circolano in un contesto alquanto critico (alto numero di mezzi privati, scarsa presenza di corsie preferenziali). Contesto sul quale, però, Atcm non ha potere di
intervento,mentre chi lo ha deve tenere conto anche di altre variabili (scarsità di fondi,
laboriosità degli interventi sulla viabilità eccetera).
Sia il Comitato Utenti che la Faisa Cisal, inoltre, accusano di inefficacia il sistema AVM che
monitorizza in tempo reale il sistema di trasporto pubblico urbano ed extraurbano. Faccio
presente che è proprio grazie a questo sistema se l’azienda è in grado di controllare la flotta ed
intervenire con tempestività in caso di ritardi o di urgenze. Non si tratta di uno spreco, né di un
sistema inefficiente, bensì di uno strumento ormai indispensabile per un moderno sistema di
trasporto pubblico, tant’è che esso è adottato in tutti i principali ambiti urbani italiani ed
europei.
Le opinioni del dott. Negri dipingono un quadro catastrofico che non trova corrispondenza nella
realtà, e la realtà è fatta di un gradimento crescente da parte dell’utenza (verificato con
sistemi attendibili, non con il passaparola). A riprova di questo vi è l’aumento di passeggeri:
nel 2008 abbiamo registrato un +4,5% sul servizio urbano di Modena (dopo il +3,8% del
2007), oltrepassando quota 8 milioni di viaggiatori.
Voglio rispondere, infine, all’accusa relativa ad un presunto episodio di indebito privilegio
accaduto il 7 di gennaio: l’autista della corriera in partenza per Mirandola alle 14,30 ha
effettivamente ritardato la partenza della corsa, ma non per aspettare un “vip”, bensì per
consentire ad una ragazzina diretta a Cavezzo (in arrivo in Autostazione su un autobus urbano)
di salire a bordo. Come di prassi, l’Ufficio Movimento ha autorizzato l’autista ad attendere
qualche minuto (considerando che la corriera successiva sarebbe partita dopo oltre 2 ore);
trascorsi pochi minuti – e non 15 o 20 come affermato dal dott. Negri – l’autista ha avviato la
corsa. Tutto qua: non c’è stato quindi nessun ordine di un “dirigente” né l’attesa di un
passeggero “vip”, ma semplicemente l’intento di venire incontro il più possibile alle richieste
della clientela, nel caso particolare di una giovane utente.
Vorrei concludere ribadendo che siamo ovviamente consapevoli che esistono margini di
miglioramento nel servizio di trasporto pubblico, ed in tal senso le critiche e gli stimoli sono
sempre ben accetti; altra cosa invece è la ricerca della polemica fine a sé stessa che non
produce risultati utili né per gli interlocutori né per gli utenti.