Per essere credibili bisogna smettere di raccontare fanfaronate, informare i cittadini su come stanno realmente le cose e non come ci farebbe comodo che fossero. Francesca Gatti nelle sue dichiarazioni per screditare l’attuale amministrazione l’accusa, in buona sostanza, di essere la causa dell’attuale crisi. Ciò suona come un’offesa all’intelligenza dei cittadini!
Non ci risulta invece che lanci proposte alternative con almeno la parvenza della fattibilità.
Dov’era, quando ci fu l’opportunità di intervenire a seguito della polemica scatenata da Italia dei Valori contro la volontà dell’Amministrazione comunale di dare in gestione una parte del castello ai fini di un ristorante?
Non ci pare che la destra abbia fatto proposte tali da indurre la Giunta ad un ripensamento o ad un cambio di prospettive.
Ora, in fase di campagna elettorale, pro domo sua, Francesca Gatti si proietta all’esterno con grandi dichiarazioni ma, nel concreto, nulla lascia presupporre che sappia dove andare a parare per risolvere il problema.
E’ noto a tutti come i veri formiginesi abbiano a cuore il loro monumento, ma deve essere altrettanto chiaro che difenderne il valore culturale e conseguentemente il suo mantenimento sarà un onere piuttosto gravoso da un punto di vista sia gestionale che economico.
Nel caso poi si intenda rilanciarlo, attraverso mostre o appuntamenti culturali, si dovranno prevedere ulteriori, ingenti spese e un’accurata pianificazione che lo inserisca in un circuito turistico, cui non ci pare si faccia riferimento nelle esternazioni della Gatti.
In un momento in cui tutti i partiti si danno come obiettivo il reperimento di fondi per fronteggiare una crisi di cui non si prevede, purtroppo, la fine e, a fronte di un debito pubblico da cercare di sanare, sembra a dir poco inopportuno fare del castello e della chiusura del centro argomenti determinanti per la campagna elettorale.
Dubitiamo che a far versare lacrime e togliere il sonno ai cittadini che faticano o addirittura non riescono a sbarcare il lunario siano la destinazione d’uso del maniero o la chiusura del centro storico! Ribadiamo il concetto che sia necessario addrizzare il tiro amministrativo per effetto dell’emergenza crisi ed operare dei tagli, laddove sia possibile, salvaguardando il buon funzionamento della macchina amministrativa, ma non serve un economista per capire che ciò non sarà sufficiente. Qualche volta, occorre bypassare un ostacolo, per giungere più in fretta alla meta! A fronte di un’emergenza può essere utile sgravarsi di costi anziché accollarseli, il che non significa vendere i gioielli di famiglia, ma impegnarli temporaneamente in attesa di riscatto.
Consapevole della criticità della situazione, Italia dei Valori intende lanciare un ultimo disperato appello per cercare di evitare la privatizzazione del principale monumento paesano e del suo giardino, rivolgendosi direttamente a tutti quei privati che, avendone la possibilità, intendano intervenire economicamente per salvarne la sua funzione di polo culturale. Facciamo in modo che dieci anni di privazioni e costi per il suo restauro non debbano sfumare nei miasmi di una cucina di ristorante!
Per quanto riguarda invece la questione della chiusura del centro, per quanto concerne Formigine, è pressoché inesistente. Allo stato attuale delle cose qualsiasi esercizio o luogo sacro è perfettamente raggiungibile con l’automobile.
E’ certo invece che se non cercheremo di attivare tutti quei meccanismi necessari a sgravare le famiglie dalle spese costanti e a contenere i fattori di rischio per la salute rispolverando un po’ di quel buon senso legato al “risparmio” economico e di risorse che i nostri predecessori avevano e che noi abbiamo perso…in centro, chiuso o no, dovremo presto recarci a piedi o in bicicletta per forza di cose.
Italia dei Valori – Formigine