La scia di dolore e lacrime che questa Amministrazione si trascina dopo cinque anni di governo cittadino la rende consapevole di perdere le imminenti elezioni e così, oltre al drammatico debito pubblico che ci lascia in eredità, si avvia a “vendere” i gioielli di famiglia per abbandonarci in piazza, a piedi, a guardare un castello non più nostro.
Una Giunta anacronistica e priva di fantasia ha deliberato di procedere a trattativa privata per l’affidamento in concessione di buona parte dei locali del castello, sala degli archi e giardino compresi, da destinare a ristorante, caffetteria e catering.
Una soluzione squalificante per i formiginesi il cui sacrificio per la costosa ristrutturazione del castello si vede vanificato e di pessimo gusto.
Che la nostra non sia una presa di posizione pragmatica risulta poi evidente dalle motivazioni addotte dall’unico Assessore astenutosi dalla votazione della delibera quando, motivando la propria scelta, afferma: “ …… la promiscuità degli spazi che prevede una sovrapposizione inevitabile delle competenze ed esigenze”.
Ma vi è di più. La nostra intenzione di dare finalmente vita al castello risulta così seriamente compromessa.
Quegli spazi che a nostro avviso dovrebbero essere utilizzati per attività culturali e di servizio sarebbero a rischio e potrebbero rendere difficile una seria riqualificazione del centro storico che abbiamo in animo di avviare fin dal nostro insediamento.
Poiché, come ben sappiamo, le disgrazie non vengono mai da sole risulta che, a conti fatti, l’operazione porterebbe un beneficio economico risibile se non addirittura un danno per le casse comunali.
Ciò premesso, e nella speranza che in questi 80 giorni che restano alla data delle elezioni l’Amministrazione in carica ci ripensi, si sappia fin da ora che è nostra intenzione utilizzare ogni strumento legale e percorribile per annullare ogni eventuale affidamento di concessione che ci privasse del totale utilizzo del castello.
(I Consiglieri Comunali di Forza Italia, Alleanza Nazionale e Popolari Liberali verso il Popolo della Libertà)