«Dobbiamo partecipare in massa alla manifestazione del 14 marzo per dare un futuro alla moda». L’appello è del responsabile della Cisl carpigiana Roberto Giardiello che, alla vigilia dell’iniziativa promossa per dopodomani – sabato 14 marzo – da sindacati, associazioni imprenditoriali e istituzioni, sottolinea i numeri della crisi di cui soffre il tessile-abbigliamento.
«Sono in aumento anche nel distretto carpigiano le ore di cassa integrazione, le procedure di mobilità e le chiusure di aziende. Tra dicembre 2008 e febbraio 2009 – rivela Giardiello – gli operatori della Cisl di Carpi hanno assistito oltre 500 lavoratori messi in cig o in mobilità. È concreto il rischio di un ulteriore ridimensionamento del settore, che negli ultimi quindici anni ha già visto dimezzato il numero delle imprese. Nel 1990 erano attive nel nostro distretto 2.258 aziende, oggi sono meno di 1.100».
Per queste ragioni i sindacati invitano cittadini, lavoratori, imprenditori e amministratori pubblici a partecipare alla mobilitazione di sabato 14 marzo in piazza Martiri, intitolata “Scalda la moda”, durante la quale i promotori chiederanno al governo di sostenere e rilanciare il comparto moda, come previsto nel Protocollo d’intesa sulla politica industriale per il tessile-abbigliamento, presentato al governo il 15 dicembre scorso. La manifestazione carpigiana segue quelle svoltesi nei giorni scorsi a Biella e Prato.
«Chiediamo al governo di aiutare il sistema tessile-abbigliamento-calzaturiero che, – ricorda Giardiello – rappresenta il secondo settore manifatturiero italiano, con 750 mila addetti e un fatturato complessivo di 70 miliardi di euro. Eppure nel decreto anti-crisi delle settimane scorse non si parla di interventi e misure per la moda italiana. Anche a Carpi, nonostante anni di difficoltà, il comparto occupa ancora 7.500 addetti. Viste le gravi difficoltà del settore metalmeccanico, in particolare delle macchine per la lavorazione del legno, – conclude il responsabile Cisl – non possiamo permetterci di perdere altri posti di lavoro».