La conferma del calo degli infortuni sul lavoro, soprattutto nei settori più a rischio dove si sono concentrate maggiormente le attività di prevenzione, ma anche una preoccupante, anche se lieve, tendenza all’aumento della gravità degli incidenti.
E’ uno degli elementi che emerge dal Rapporto annuale sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali curato dall’Azienda Usl e dall’Inail che viene presentato giovedì 12 marzo nella sede della Provincia di Modena (ore 9,30, sala del Consiglio provinciale in viale Martiri della Libertà 34) nel corso di un seminario per operatori dedicato a “Epidemiologia e prevenzione”.
L’iniziativa si svolge a poche settimana dall’avvio della campagna “Sicuro! E’ il mio lavoro” che aveva l’obiettivo, ricorda l’assessore provinciale al Lavoro Gianni Cavicchioli, di «sollecitare in modo diretto il senso di responsabilità dei datori di lavoro e degli stessi lavoratori affinché continui l’impegno nella prevenzione e la guardia rimanga alta, anche in questo periodo di crisi dove qualcuno potrebbe avere la tentazione di “risparmiare” risorse tagliando un po’ sulla sicurezza o sul lavoro nero».
Proprio lo slogan “La sicurezza sul lavoro non ammette strappi alla regola” rappresenta quindi la chiave di lettura delle conclusioni degli curatori del Rapporto che sottolineano come «alcuni dati sembrano mostrare risultati positivi e conferme sull’efficacia delle misure preventive adottate, altri segnali sottolineano invece la necessità di fare di più, innovando le metodologie di intervento, incrementando la vigilanza e l’assistenza, promuovendo la diffusione della “cultura della prevenzione” in tutti gli ambienti di lavoro e verso tutte le figure e i soggetti coinvolti».
Sono stati 23.963 gli infortuni sul lavoro denunciati nel 2007 a Modena e, sulla base dei dati Inail aggiornati al 31 ottobre 2008, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni ne ha indennizzati 13.401. Rispetto al triennio 2005-2007 risultano in leggero calo le denunce (nel 2005 erano complessivamente 24.206), soprattutto nei settori dell’agricoltura e dell’industria e servizi, mentre si registra un aumento di circa il 3 per cento degli indennizzi. Dei quasi 24 mila infortuni del 2007, 3.060 sono stradali (dieci dei quali mortali) e tra questi 1.907 sono in itinere (avvenuti cioè sul percorso casa-lavoro o viceversa), di cui cinque mortali.
Tra il 2003 e il 2007 gli infortuni mortali sono stati complessivamente 89 di cui circa la metà costituiti da infortuni mortali in itinere e stradali in genere e 44 effettivamente accaduti in occasione e nei luoghi di lavoro. La maggior parte di questi ultimi sono avvenuti in edilizia (14) e in agricoltura (15) soprattutto per “cadute dall’alto” e “ribaltamento di trattore”.
I settori a maggior frequenza infortunistica sono, in ordine decrescente, il minerario-ceramico, le lavorazioni del legno, l’edilizia e le lavorazioni agricole industriali, macelli e alimenti, mentre quelli a maggior gravità risultano essere l’edilizia, il legno, i trasporti, il minerario-ceramico e le lavorazioni agricole industriali e alimenti.
Gli indici medi, a partire dal 94-96, mostrano una tendenza alla riduzione particolarmente marcata nei settori tradizionalmente considerati a maggior rischio, dove si sono anche più concentrate le attività di prevenzione e di repressione. Riduzione che risulta ancora maggiore negli ultimi anni con l’eccezione dell’indice di gravità (si calcola considerando le giornate di lavoro perse) che nell’ultimo triennio preso in considerazione segna una lieve tendenza all’incremento in particolare nei settori delle costruzioni e del minerario-ceramico.
A livello regionale Modena si trova al terz’ultimo posto nella graduatoria sulla frequenza di accadimento degli infortuni e per quello che riguarda il rapporto di gravità è superiore solo a Bologna, ma con un numero indice inferiore a quello nazionale.
Nel rapporto gli infortuni al femminile
E’ previsto anche un approfondimento sul fenomeno infortunistico tra le lavoratrici nel Rapporto sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali che viene illustrato giovedì 12 marzo nel seminario in Provincia che sarà aperto dall’intervento di Sandra Arletti, assessore alle Politiche per la salute del Comune di Modena, in rappresentanza degli enti locali che fanno parte del Coordinamento provinciale per la sicurezza sul lavoro.
Il Rapporto sarà illustrato dagli esperti dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (Spsal) del Dipartimento di sanità pubblica (Dsp) dell’Azienda Usl di Modena, mentre la presentazione dei piani di lavoro è affidata a Antonio De Filippo (Inal, sede di Modena), Adriana Gannini (Azienda Usl) ed Eufranio Massi (Direzione provinciale del lavoro). Le conclusioni sono di Gianni Cavicchioli, assessore provinciale al Lavoro.
In occasione del seminario, inoltre, Provincia e Inail sottoscrivono un protocollo d’intesa per la promozione del reinserimento lavorativo degli invalidi del lavoro.
Malattie professionali: sordità al primo posto
Per le malattie professionali dai dati dell’Inail emerge un andamento altalenante delle denunce a fini assicurativi nel quinquennio 2003-2007, con un picco di 794 casi nel 2004, seguito da un calo nel 2005 (538 casi), un nuovo aumento nel 2006 (627 casi) e di nuovo una riduzione nel 2007 (598). La proporzione di casi indennizzati rispetto alle denunce si colloca all’incirca al 15 per cento negli anni considerati.
Le malattie professionali denunciate all’Azienda Usl a fini statistico-epidemiologici sono state, nel 2008, 1475 con una sensibile riduzione rispetto all’ anno precedente (erano 1.628 del 2007 e 1.289 nel 2006).
La malattia più frequentemente denunciata è ancora l’ipoacusia da rumore (sordità) con 1.189 casi (nel 2007 erano stati 1.305), ma sono in forte aumento le malattie muscolo scheletriche (di solito tendinopatie e artropatie) da movimenti ripetitivi degli arti superiori e da movimentazione manuale di carichi che richiedono impiego di sforzo fisico e velocità (196 casi) e le patologie del rachide, associate alla movimentazione manuale dei carichi o all’esposizione a vibrazioni (48 casi).