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I ‘tesori’ di Galileo esposti in una grande mostra a Firenze

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Dal telescopio del 1610 con un diametro di 6 centimetri alla ”lente obiettiva” con un diametro di 58 cm, dai disegni delle macchie solari del 1612 alla prima edizione de ‘Il Saggiatore’ del 1623, passando per il manoscritto del diaro autografo delle osservazioni di Giove del 1619: sono questi alcuni degli eccezionali ‘pezzi’ di Galileo Galilei in mostra a Firenze con altri 250 capolavori tra dipinti, disegni, strumenti scientifici, affreschi e sculture antichi e modelli cosmologici.

Il tutto per rievocare con una rassegna spettacolare la millenaria storia dell’astronomia in occasione dei 400 anni delle rivoluzionarie scoperte dell’astronomo pisano Galileo processato per eresia dalla Santa Inquisizione. Per celebrare la ricorrenza l’Onu ha eletto il 2009 Anno internazionale dell’astronomia. La mostra ”Galileo. Immagini dell’universo dall’antichità al telescopio” (Palazzo Strozzi, 13 marzo-30 agosto 2009) presenta ‘pezzi’ provenienti dai maggiori musei del mondo, tanto da essere il piu’ importante dei molti eventi previsti in Italia per le celebrazioni galileiane. Ideata e curata dall’accademico dei Lincei Paolo Galluzzi, direttore dell’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, l’esposizione si articola in sei sezioni. La prima risale agli albori dell’astronomia (Mesopotamia, Egitto, cosmo biblico); la seconda descrive la concezione sferica del cosmo sviluppata dalla Grecia classica (Platone e Aristotele); la terza ricorda invece la Grecia ellenistica e l’idea del cosmo geometrico (Tolomeo). Seguono le tre sezioni sull’Islam, la cristianizzazione del cosmo, la rinascita dell’astronomia (Copernico con le tesi eliocentriche e Tycho Brahe). Con la settima entrano in scena Galileo e il suo cannocchiale e infine l’ideale passaggio di consegne con Keplero e Newton (che nasce nel 1642, quando Galileo muore) segna l’affermazione definitiva della scienza moderna. Questo affascinante viaggio nel tempo e nello spazio (catalogo Giunti, pagine 444, euro 38) è arricchito da spettacolari filmati, da applicazioni multimediali e da un apparato divulgativo che fa comprendere anche ai meno esperti il significato delle molte opere d’arte dense di riferimenti astronomici (Botticelli, Rubens, Guercino, Durer), degli strumenti e dei modelli cosmologici. Tra i tesori più importanti e attraenti presenti per l’occasione a Palazzo Strozzi l’Atlante Farnese, il dipinto di Jan Bruegel il Vecchio ”Linder Gallery Interior” esposto per la prima volta, e il monumentale arazzo astronomico di Toledo.La mostra si addentra anche nell’universo delle paure e delle speranze del genere umano, descrivendo i rapporti dell’astronomia con l’astrologia e dell’astrologia con la musica, la medicina, la formazione del carattere e delle inclinazioni. Quanto al fascino straordinario che la cosmologia ha esercitato sull’architettura e sull’arte, emblematico è il caso di Albrecht Durer e, più in generale, il rapporto tra malinconia e pianeta Saturno. La sezione dedicata a Galileo ne presenta invece i dettagli delle scoperte insieme a una reliquia (un dito della mano destra) e a uno dei suoi primi cannocchiali (sono solo due quelli sopravvissuti). I pannelli interattivi che lo affiancano ne fanno capire struttura e funzionamento. La sezione propone anche un’eccezionale rassegna completa della progressiva definizione del volto della Luna, a partire dai primi disegni realizzati grazie al telescopio. Un dvd propone suggestive simulazioni dei principali sistemi del mondo e illustra i più importanti strumenti scientifici esposti.

Fonte: Adnkronos