Pregiudizi di genere o differenze di genere? Questo è il titolo dell’importante congresso che si tiene oggi e domani nell’Aula Magna del Centro Servizi Didattici della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (via del Pozzo 71) a Modena.
Il Congresso è organizzato dalla Struttura Complessa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, e realizzato grazie al contributo di Merck Sharp & Dohme che proprio quest’anno festeggia il 50esimo anniversario del lancio del primo farmaco contro le malattie cardiovascolari. Lo scopo è di fare il punto sui progressi della prevenzione di alcune delle più diffuse patologie, tra cui quelle cardiovascolari, respiratorie, il diabete, l’emicrania, le fratture da fragilità, relativamente al pianeta “donna”.
“Ci sono patologie – spiega la professoressa Maria Grazia Modena – come quelle cardiovascolari, ma non solo, che vengono percepite come tipicamente maschili e, in realtà, colpiscono in notevole misura anche le donne. Scopo di questo Congresso è proprio sensibilizzare le istituzioni, i medici e le donne ad interessarsi a queste patologie e, soprattutto, delle azioni sociali ed individuali utili a prevenirle”.
L’80 per cento delle donne emiliane, infatti, ha dichiarato di essere abbastanza attenta allo stato di salute, ma la maggior parte non è a conoscenza di quali siano realmente i valori ideali da mantenere per non incorrere nel rischio di malattie cardiovascolari. Infatti oltre il 79 per cento ha risposto di non aver mai misurato il proprio girovita. Questo dato risulta di fondamentale importanza se si considera che il grasso addominale in eccesso, cioè la classica “pancia”, preoccupa in special modo i medici e i responsabili della salute, poiché, secondo le ricerche più recenti, aumenta il rischio di diabete e di malattie cardiovascolari. Tra le donne emiliane, ben il 21% non ha mai misurato la pressione arteriosa, il 32% non ne conosce il livello normale e il 54% non conosce i valori indicativi del giusto livello di colesterolo. Questi i risultati dell’indagine demoscopia condotta da Datanalysis su un campione di 1.000 donne tra i 40 e i 65 anni.
Non a caso il Congresso si tiene con qualche giorno di anticipo rispetto alla data dell’8 marzo, festa della donna, in occasione della quale la Struttura Complessa di Cardiologia del Policlinico di Modena ha preparato un regalo speciale. Dal 9 marzo, infatti, partirà la campagna Prenditi a cuore, che darà la possibilità alle prime 200 donne che si prenoteranno di effettuare uno screening cardiologico gratuito. Per usufruirne occorrerà prendere un appuntamento telefonando al numero 059.422.4297, a partire da lunedì 9 (dalle 8.00 alle 13.00) fino al venerdì 13 e comunque ad esaurimento dei 200 posti. Le visite si terranno in Cardiologia dal lunedì al venerdì dalle 7,30 alle 12.00.
Ricco di spunti il Congresso, che si è aperto alle 14,00 col saluto delle autorità: il prof. Giorgio Pighi, Sindaco di Modena, il prof. Aldo Tomasi, Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, il dottor Stefano Cencetti, Direttore generale del Policlinico di Modena, la prof.ssa Gabriella Aggazzotti, Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia, il prof. Giuseppe Di Pasquale, Presidente della Federazione Italiana di Cardiologia, il dottor Nicolino D’Autilia, Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Modena. La discussione, invece, ruota attorno al peso della differenza tra i sessi nei fattori di rischio delle malattie cardiovascolari.
Domani, sabato 7, dalle 11.30 si terrà una tavola rotonda sulla tutela della salute della donna alla quale parteciperanno la professoressa Maria Grazia Modena, il dottor Stefano Cencetti, il Presidente della Commissione Nazionale su Diabete, istituita presso la Direzione Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute Paola Pisanti, l’Assessore alle Politiche per la Salute del Comune di Modena, Simona Arletti e il Vicepresidente Ferrari S.p.A., Piero Ferrari, il presidente degli Amici del Cuore Gianni Spinella, Moderatrice sarà la giornalista RAI Elsa Di Gati.
Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Europa tra la popolazione femminile, responsabili del 40% delle morti, molto più che tutti i tumori combinati tra loro. Tra queste le cardiopatie sono largamente le più diffuse e hanno il primato come causa di morte anche per le donne. In Italia – si pensi – l’infarto al miocardio colpisce 33.000 donne l’anno, il triplo dei decessi per tumore alla mammella. In Italia, le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte essendo responsabili del 44% di tutti i decessi (di cui il 30% dovuti all’infarto del miocardio e il 31% all’ictus). Sono anche la causa principale di disabilità e di ridotta qualità di vita e uccidono più persone dei tumori nella loro totalità, soprattutto nelle donne (55 per cento di tutti i decessi) rispetto agli uomini (45 per cento). E a farne maggiormente le spese sono soprattutto le donne per le quali la malattia cardiovascolare risulta essere il killer numero uno sebbene sia sempre stata considerata una malattia prettamente maschile. Secondo i dati di un’indagine Istat del 2007, l’8,3% delle donne italiane denuncia un cattivo stato di salute contro il 5,3% degli uomini. Le malattie per le quali le donne presentano una maggiore prevalenza rispetto agli uomini sono: il diabete (+9%), l’ipertensione arteriosa (+30%), alcune malattie cardiache (+59%), tiroide (+500%), osteoporosi (+736%), cefalea ed emicrania (+123%), depressione e ansia (+138%), morbo di Alzheimer (+100%).
“Con l’arrivo della menopausa – ha chiarito la professoressa Maria Grazia Modena – il corpo femminile resta senza scudi e, parallelamente, la pressione del sangue inizia a salire a causa della cessazione delle mestruazioni e all’aumento del volume del sangue. Per questo motivo il rischio di ipertensione aumenta e raggiunge, nelle donne in menopausa il 15,4% (contro l’11,8% dei maschi). L’organismo maschile over 50, poi, è abituato da anni a gestire l’ipertensione, tipicamente maschile. Le donne, invece, sono normalmente ipotese e l’improvvisa ipertensione è per loro un fenomeno sconosciuto. Oltre all’ipertensione, la donna può così sviluppare sindrome metabolica”. A queste patologie si aggiungono l’ipercolesteromia (che colpisce il 58% delle donne in età post-mestruale) e la glicemia. “Le alterazioni del metabolismo degli zuccheri ed il diabete rappresentano quindi una seria minaccia per la salute della donna”. Ha concluso la prof. ssa Modena.
Il Policlinico di Modena è all’avanguardia nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e nelle politiche a favore delle donne. Dal 1996 il Centro BenEssere Donna della Struttura Complessa di Cardiologia e il Servizio Psico-Sociale organizzano corsi annuali sul tema Benessere e menopausa e altre iniziative volte ad aiutare le donne ad affrontare il difficile periodo della menopausa. Il Centro persegue la diagnosi precoce e la gestione delle patologie più ricorrenti nella donna in post-menopausa: si tratta di un Centro multidisciplinare che si avvale di diversi specialisti: cardiologo, dermatologo, internista, dietista, chirurgo vascolare, reumatologo, radiologo. Dal 1996 al 2008 sono state 2.341 le donne sottoposte alla prima visita presso il Centro BenEssere donna. Solo nel 2008 sono state valutate 171 donne (20 in più del 2007). In base all’esito della prima visita sono state poi indirizzate ai vari specialisti. Per citare solo le problematiche più diffuse, si può rilevare che il 29,2% (+2,6% rispetto al 2007) delle pazienti si è poi dovuto sottoporre ad ulteriori accertamenti cardiologici, il 32% (+13,5% rispetto al 2007) a visita dermatologica, il 70% a valutazione presso centro di riferimento per osteoporosi, la cui collaborazione con il Benessere Donna è nata appunto ad inizio 2008. Le pazienti inviate all’Ambulatorio Cardiometabolico, dalla sua attivazione nel maggio 2007, sono state 68.
“La nostra Facoltà sta diventando, negli anni, sempre più “femminile” – spiega la professoressa Gabriella Aggazzotti, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia – guarda quindi con molto interesse tutto ciò che si occupa, in tema di assistenza sanitaria e di ricerca scientifica, delle condizioni di salute della donna della nostra epoca, una donna che vive una vita particolarmente lunga, e di norma impegnata su più fronti, quello familiare e quello professionale. L’allungamento della vita della donna ha portato ad un aumento nell’incidenza nel sesso femminile di condizioni morbose fino ad ora considerate “maschili”: ipertensione, infarto, sindrome metabolica. Ben venga dunque l’attenzione che ricercatori dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Modena dedicano al tema della prevenzione, diagnosi e terapia delle patologie che possono manifestarsi nella donna in menopausa e post menopausa attraverso l’organizzazione di campagne di screening cardiologico e l’attività del centro BenEssere Donna attivo già da diversi anni presso la Struttura Complessa di Cardiologia”.