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Report sul mercato del lavoro in provincia di Bologna

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L’assessore al Lavoro della provincia di Bologna, Paolo Rebaudengo, ha reso noto il Report dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro provinciale al 31 dicembre 2008.


Dai dati emerge una dinamica in deterioramento, come evidenziato dal continuo aumento dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria: dai 1.200 del dicembre 2007 si è passati ai 1.800 del dicembre 2008 (già a gennaio 2009 erano 2.500 e sono ancora in crescita).
Rilevante anche l’incremento, in soli sei mesi, di 4.700 iscritti ai sette Centri per l’Impiego della Provincia alla ricerca di un lavoro, per un totale di 46.800 persone (il 58% donne). L’aumento riguarda soprattutto persone che hanno perso il lavoro (in maggioranza stranieri), di tutte le fasce di età (in grande maggior parte giovani) e con un forte incremento dei disoccupati di lunga durata (più in montagna che in pianura).

Gli inseriti nelle liste di mobilità sono aumentati del 13,3% in soli 6 mesi, raggiungendo il numero di 6.300, con un flusso in ingresso di quasi 2.000 persone e uno in uscita, nello stesso periodo, di 1.200.
Negli ultimi sei mesi del 2008, sono stati registrati 101.600 contratti di lavoro (54% relativi a donne), con una leggera flessione rispetto al semestre precedente.
La quota di contratti a tempo indeterminato è scesa al livello più basso mai verificatosi (meno del 20%). I contratti a tempo determinato sono il 49%; 13% gli interinali; 11%quelli a progetto e occasionali; 4% di apprendisti; 2% intermittenti.
Metà degli avviamenti sono stati a Bologna; seguono Imola, Minerbio, Zola Predosa, San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro.

I primi cinque settori per numero di avviamenti sono:
– servizi di alloggio e ristorazione: 15.000 contratti (in maggioranza donne), per il 93% a scadenza;
– istruzione: 13.100 contratti (a stragrande maggioranza donne), per il 90% a scadenza;

– manifatturiero: 12.500 contratti (in maggioranza uomini), per il 77% a scadenza;

– commercio: 10.550 contratti (in maggioranza donne), per l’85% a scadenza;
– servizi alle imprese: 7.000 contratti (equidistribuiti tra donne e uomini), per il 74% a scadenza.