Home Cronaca Inchiostro nei contenitori del latte, prima condanna in Italia

Inchiostro nei contenitori del latte, prima condanna in Italia

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Condannate la Nestle’ e la multinazionale del confezionamento TetraPack. Si tratta della vittoria che il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi ha ottenuto grazie alla prima sentenza in Italia, da parte del giudice Salvatore Fisichella, di condanna per la multinazionale del latte e per TetraPack.

La sentenza ha riguardato il caso del latte per bambini ‘Mio’, ‘Mio Cereali’, ‘Nidina 2’ con scadenza settembre 2006 e ‘Nidina 1′ con scadenza maggio 2006 (in totale circa 30 milioni di litri) venduti in supermercati, negozi e farmacie, prodotto dalla Nestle’ italiana S.p.a. in TetraPack e sequestrato il 22 novembre 2005 dal Corpo Forestale dello Stato. La misura precauzionale del sequestro era stata disposta a seguito dei risultati delle analisi effettuate dall’Arpa – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Marche, successivamente ad un primo sequestro di due milioni di litri di latte ‘Mio’ e ‘Nidina 2′ avvenuto il 9 novembre. Tali analisi accertarono, in tutte le confezioni in scadenza a maggio/settembre 2006, l’alterazione del latte e la presenza di tracce di un componente chimico, identificato come IsopropilThioXantone (ITX), utilizzato come fotoiniziatore di inchiostri nella fabbricazione di imballaggi, nelle confezioni in TetraPak a stampa off-set. Il Corpo Forestale dello Stato ha chiarito che l’isopropylthioxanthone e’ un fissativo usato nella stampa tipografica per polimerizzare gli inchiostri; esso si fissa una volta esposto a raggi ultravioletti. Pertanto, accade che i fogli stampati si sono ”sporcati” con questa sostanza, causando la contaminazione del lato del cartone che finisce a contatto col latte e si presume che il problema si sia creato proprio nella fase di polimerizzazione. In pratica il componente aveva contaminato gli alimenti contenuti negli involucri. I genitori di due bambine che avevano consumato il latte in questione si rivolsero al Codacons per la tutela dei loro diritti e per chiedere al giudice il risarcimento del danno.Il giudice di pace di Giarre (Catania) ha stabilito che ”la commercializzazione del ‘prodotto inquinato’ comporta una responsabilita’ di natura contrattuale ed extracontrattuale in quanto si profila non solo una ipotesi di inadempimento contrattuale ma anche una ipotesi di responsabilita’ per il danno alla salute che la commercializzazione comporta”. E ancora, nello specifico, alcuni genitori e figli ”subirono un danno di natura psicologica determinato dal turbamento e dalla preoccupazione che la prole possa essere contaminata a causa della sostanza ‘inquinante”’. Il giudice ha condannato la Nestle’, la Tetra Pack International e la Tetra Pack Hispania S.A., in solido tra loro, al pagamento a favore dei genitori delle piccole che avevano utilizzato il prodotto alimentare adulterato sia del danno patrimoniale che di quello non patrimoniale nonche’ al pagamento delle spese legali.

Fonte: Adnkronos