Il Partito democratico di Sassuolo prende posizione in merito alla polemica sulla moschea e replica alle dichiarazioni di Luca Caselli. Nota della segreteria del partito.
“In campagna elettorale tutto è permesso, o quasi; questo però non significa che sia lecito giocare sulla paura e sull’insicurezza delle persone, come fa il centrodestra. Annunciare, o anche solo ipotizzare un progetto nascosto per costruire una vera e propria moschea a Sassuolo significa non solo strumentalizzare la naturale diffidenza delle persone verso ciò che è diverso, ma voler coscientemente fomentare la paura e la sensazione di insicurezza dei cittadini per puri scopi propagandistici.
In questi cinque anni il sindaco Pattuzzi, la Giunta di Sassuolo, con l’appoggio e il sostegno del Partito democratico, hanno cambiato il volto della città anche, e non solo, sul versante della sicurezza. Hanno chiuso due palazzi ghetto, un centro culturale islamico non in regola dal punto di vista urbanistico, impedendo poi che venisse trasferito a poche centinaia di metri, sempre in un quartiere come Braida che, in questi anni, ha dovuto praticamente sobbarcarsi da solo gli svantaggi di un’immigrazione clandestina e sregolata favorita, anziché contrastata, dalle leggi del Governo.
Fin dalla sua nascita il chiaro obiettivo del Pd in tema immigrazione extracomunitaria è stato questo: pugno duro contro chi delinque, accoglienza nei confronti di chi rispetta leggi e regole. Il contrasto all’insicurezza lo si fa con azioni dure, come lo sgombero di due interi condomini, ma anche con un’integrazione che parta dal rispetto delle regole e dalla salvaguardia dei diritti di chi arriva a Sassuolo con l’intenzione di lavorare, rispettare le leggi italiane e integrarsi.
La Costituzione garantisce il diritto di culto e bene ha fatto il Comune di Sassuolo a concedere l’utilizzo di uno spazio sul quale allestire, a totale carico dell’associazione islamica, una tensostruttura provvisoria per esercitare il proprio diritto. Il resto sono solamente illazioni, falsi spot elettorali e un tentativo di strumentalizzare la paura che i sassolesi non si meritano”.