Con la mostra Sei secoli di storia si presenta il lungo cammino compiuto dalla biblioteca Estense dal XIV secolo, epoca della sua formazione, fino ai giorni nostri. I pezzi che si susseguono nella mostra, scelti tra i più significativi e cronologicamente compresi tra il X e il XX secolo, testimoniano lo sviluppo dell’Antico Fondo Estense e attestano la costante vivacità della Biblioteca anche dopo l’Unità d’Italia, soprattutto a partire dai primi anni del Novecento, quando importanti raccolte di collezionisti modenesi hanno arricchito la già preziosa dotazione estense.
Con il passaggio della biblioteca allo Stato Italiano nasce dunque una tradizione che prosegue nel tempo fino ai giorni nostri, in cui l’incremento del patrimonio è determinato dagli acquisti, dal deposito permanente di fondi manoscritti e a stampa, dalle donazioni, dal deposito legale di cui l’Estense è destinataria per la provincia di Modena fin dall’Unità d’Italia.
La rassegna procede secondo l’ordine cronologico all’interno dei singoli fondi e per tipologie di materiale, esponendo quei pezzi che più di altri rappresentano la Biblioteca. Aprono l’esposizione i cimeli dell’Antico Fondo, come codici miniati del X secolo, il Messale e la Bibbia di Borso, il Breviario di Ercole I, incunaboli e cinquecentine, opere del Seicento e del Settecento, manoscritti e stampe musicali.
Nel 1887 pervenne alla biblioteca l’immensa raccolta di oltre 5.000 codici e di circa 100.000 autografi formata dal collezionista modenese Giuseppe Campori della quale sono qui esposti autografi di uomini celebri, scienziati, musicisti, letterati.
Il Fondo lasciato alla biblioteca dall’editore modenese Angelo Fortunato Formiggini è esemplificato, più che dalle lettere dei rappresentanti della cultura italiana del primo Novecento presenti nel suo archivio editoriale, dalla grafica e dal materiale, anche curioso, da lui conservato soprattutto in relazione alla prima guerra mondiale, come periodici di guerra, cartoline, fotografie dal fronte.
La raccolta del modenese Giulio Bertoni è sintetizzata dal codice Le roman de Tristan, con annotazioni autografe del celebre filologo romanzo, e da significative lettere ed opere che testimoniano la sua intensa attività di studioso.
Per la prima volta è esposta un’interessante lettera di Gabriele D’Annunzio, conservata nel fondo Ruggero Balli di recente acquisizione.
Chiude la mostra una rassegna di fotografie estratte dai fondi Gian Battista Amici, Vincenzo Maestri, Arsenio Crespellani.