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Prima uscita da leader per Franceschini, le reazioni

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”Non c’era bisogno di giurare sulla Costituzione come capo di un partito. Franceschini era già un parlamentare, quindi penso avesse già giurato sulla Costituzione. Questa necessità mi sembra solo demagogica”. Cosìil ministro della Difesa e reggente di An Ignazio La Russa commenta la prima giornata da leader di Dario Franceschini.

”Avrei voluto chiamarlo per complimentarmi – ha aggiunto – ma sono stato frenato dalle sue parole. Capisco che in certi casi è tutto perso e uno si deve attaccare a qualunque cosa, ma speravo almeno in un po’ di fantasia. Invece questo insistere solo su Berlusconi, causa di tutti i mali è un enorme segno di debolezza e continuità con una politica della sinistra che finora è costata perdite a loro e vantaggi a noi, ma soprattutto danno per l’Italia, perché non avere un’opposizione con cui potersi confrontare è un danno oggettivo per l’Italia”.

Franceschini al suo esordio commette lo stesso errore che è costato il posto a Veltroni”. A sostenerlo è il vicecapogruppo del Pdl alla Camera Italo Bocchino secondo il quale il neosegretario ”mostrando di avere quale unica strategia l’odio verso l’avversario e quell’antiberlusconismo che continua a condannare la sinistra alla sconfitta. In Italia chi calpesta la Carta costituzionale è l’opposizione, che non riconosce a Berlusconi il diritto di governare sulla base del programma grazie al quale l’ampia maggioranza degli italiani ha espresso il suo voto”.
Duro anche il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello: “Franceschini inizia da dove Veltroni ha fallito, usando la Costituzione come scudo di parte nel tentativo di coprire le proprie debolezze e di offendere la sovranità popolare”.

“Berlusconi e il centrodestra – prosegue – hanno governato l’Italia ogni volta che il popolo ha dato loro il mandato di farlo, e hanno condotto una rispettosa opposizione quando sono stati chiamati a farlo dal verdetto popolare. Per questo nessuno può darci lezioni di democrazia”.
Rimpiange già Veltroni il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: “Gli ex del Pci sono meno prevenuti. I Dc che sono andati di là hanno il complesso di dimostrare di essere più antiberlusconiani dei comunisti e il dialogo con il Pdl ne risentirà. Sarà tempo perso. Franceschini viene dal bigottismo istituzionale di Elia, l’ala più retrivamente attardata sulla difesa intransigente di tutta la Costituzione. E’ improbabile che si apra un confronto, men che meno sulle riforme. Paradossalmente era meglio con Veltroni”.

Fonte: Adnkronos