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Morte Eluana: disposta l’autopsia

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La Procura di Udine, ha disposto l’autopsia sul corpo di Eluana Englaro. L’incarico è stato affidato anatomopatologo Carlo Moreschi el prof. Rodriguez di Padova. La decisione è stata presa al termine di un vertice svoltosi al Comando provinciale dei carabinieri di Udine, al termine del quale il procuratore Antonio Biancardi ha emesso una nota nella quale si piega che ”saranno disposti ulteriori accertamenti ove sorgesse qualsivoglia dubbio sulle cause e sui mezzi che hanno prodotto l’evento”.

”Confermo che l’autopsia avverrà entro oggi”, ha annunciato il prof. Moreschi. Mentre l’avvocato della famiglia Englaro Giuseppe Campeis ha spiegato che prima di fissare la data dei funerali “vanno espletate tutte queste formalità”.

Da parte sua il procuratore generale della Corte d’Appello di Trieste, Beniamino Deidda ha assicurato che “per ora non c’è nessuna ipotesi di reato” e ”sarà solo l’autospia a dirci con precisione le cause della morte”.

Pronostici sui tempi che serviranno a saperne di più, il pg non ne fa: ”i tempi -dice- dipenderanno dal ritmo dei periti incaricati e dagli accertamenti che saranno necessari. So che siamo nella routine e si seguirà la prassi che si segue in caso di persone ricoverate”. Commenti sulla vicenda, Deidda non ne vuole fare, si limita a dire: ”Credo davvero che questo sia il momento della meditazione e del rispetto della famiglia”.

Intanto questa mattina la direzione de ‘La Quiete’ ha confermato che Eluana è morta per arresto cardiocircolatorio a seguito di insufficienza renale. Tuttavia, da quanto trapelato, le condizioni della donna ieri pomeriggio non facevano supporre un epilogo così rapido. Ieri sera, davanti a La Quiete ci sono stati dei momenti di forte tensione tra due schieramenti contrapposti: coloro che chiedevano che Eluana vivesse e quanti rivendicavano la libertà di scelta. Le forze dell’ordine sono intervenute a sedare gli animi, perché i manifestanti erano arrivati quasi alle mani. “Mi aspettavo maggiore rispetto da tutti e invece ho ricevuto insulti brutali e minacce”, ha detto dal canto suo Ines Domenicali, presidente della casa di riposo. Il suo pensiero va alle difficoltà incontrate da quando ha deciso di accogliere la donna lecchese in stato vegetativo permanente da 17 anni per l’esecuzione del decreto della Corte d’appello di Milano, alle ispezioni e alle continue manifestazioni che si svolgevano davanti ai cancelli della casa di cura. “Non sono assolutamente pentita, ho accolto Eluana in piena coscienza operando nella legalita, l’ho fatto perché era una circostanza particolare e ho cercato di rispettare il dramma del padre, della madre e di Eluana stessa”.

Rispondendo all’Adnkronos salute, Domenicali si dice “ancora scossa e provata da tutto quello che è successo, da questa vicenda così dolorosa” e dal fatto che “ci hanno mancato di rispetto soprattutto quelle persone che si professano ‘difensori della vita’ e poi ci minacciano di morte”.

Fonte: Adnkronos