Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha chiesto ufficialmente di riconsiderare il progetto CIVIS per Strada Maggiore e ha auspicato un’ulteriore riflessione generale sugli altri tratti nel centro storico.
Già nel luglio del 2008 Ascom Bologna ha presentato una proposta di percorso alternativo con la quale si sosteneva che il CIVIS non deve e non può penetrare il centro storico attraverso le radiali monumentali di Strada Maggiore e di San Vitale ma, arrivato a Porta Maggiore, deve scorrere lungo i viali di circonvallazione sino a porta Zamboni, (via Zanolini e stazione della Veneta), quindi imboccare via Irnerio e risalire verso le Piazze Nettuno e Maggiore lungo la via Indipendenza, svoltare in via U. Bassi, ridiscendere per via Marconi e ritornare in via dei Mille e Irnerio, evitando così anche il passaggio in Via S. Felice e Via Riva Reno.
Le argomentazioni poste alla base di questa proposta riguardavano l’impossibilità di far passare un mezzo pubblico ad altissima frequenza come il CIVIS (ogni 90 secondi nelle ore di punta!) all’interno di un tessuto medioevale come quello di Bologna. Le città storiche europee servite da una tranvia o da un filobus non fanno passare i mezzi nel tessuto antico della città; la scelta privilegia sempre l’area di espansione urbanistica sorta nell’otto-novecento.
Il parere del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dà nuova forza alla nostra proposta che fino ad ora l’Amministrazione Comunale ha snobbato con la presunzione di detenere l’unico progetto percorribile anche se, insieme ad Ascom Bologna, molti cittadini, chiedono di aprire un confronto per valutare alternative al tracciato CIVIS e per garantire un’adeguata offerta di sosta nei tratti più problematici del centro e della periferia (ad esempio nell’area Mazzini- Emilia Levante).
Ascom Bologna ritiene che una Amministrazione Comunale abbia la responsabilità di prendere decisioni per la collettività, ma ciò non può e non deve avvenire senza un confronto ed una disponibilità a modificare le proprie posizioni. L’atteggiamento dell’Assessore Zamboni di chiusura netta nei confronti della nostra proposta non ha ottenuto alcun risultato, se non quello di rallentare ulteriormente il progetto del CIVIS ora messo in discussione anche da parte del Ministero.
Si leggeva recentemente sulle pagine di cronaca di un quotidiano che recentemente a Barcellona l’Amministrazione Comunale ha lanciato un referendum che coinvolgerà un milione di cittadini sul progetto di riqualificazione dell’Avenida Diagonal perché viene ritenuta prioritaria una condivisione della città.
Forse, ogni tanto, si dovrebbe guardare anche a questi esempi ed accettare, non con rassegnazione ma come opportunità, il fatto che con un po’ di coraggio il progetto del CIVIS si possa ancora cambiare.
(Enrico Postacchini)