A seguito della sostanziale rottura del tavolo di trattativa al Comune di San Possidonio, il sindacato della Funzione Pubblica/Cgil ha proclamato lo stato d’agitazione dei dipendenti comunali. Sindacato e lavoratori lamentano la scarsa capacità dell’Amministrazione di dare risposte all’aumento dei carichi di lavoro, sempre più accentuato nell’ultimo anno.
Nei vari incontri sia con la delegazione trattante, sia con l’Amministrazione, è emersa la chiara volontà di non riconoscere risorse aggiuntive alla contrattazione decentrata, adeguate alla riorganizzazioni avvenute in quasi tutti i settori del Comune.
Pensionamenti, dimissioni di personale non sostituito, se non con qualche consulenza anche costosa, ricambio del personale precario con altri
contratti a tempo determinato, hanno interessato tutti i servizi e aumentato i carichi di lavoro del personale, che però ha sempre continuato
a garantire una risposta di qualità ai cittadini.
La risposta dell’Amministrazione presentata al tavolo di trattativa è una decurtazione annuale del salario accessorio che graverà mediamente intorno ai 300 € a dipendente.
Pochi gli spazi per la mediazione che la Fp/Cgil ha provato a fare, anche con sindaco e assessori, che rimangono fermi su gran parte dei tagli, anzi
rilanciano con poche migliaia di euro da destinare ad alcuni progetti, superando di fatto l’Accordo Decentrato precedente.
Altra volontà dichiarata dall’Amministrazione, quella di appaltare i servizi di appoggio assistenziale all’handicap nelle scuole locali, e il
servizio della sezione Primavera, entrambi gestiti attualmente direttamente con personale a tempo determinato, servizi che potrebbero subire un
abbassamento della qualità se venissero appaltati.
Insomma un’anticipazione di ciò che vedremo pienamente con la prossima contrattazione decentrata 2009, dove graveranno tutti i tagli decisi nella manovra d’estate del Governo, senza apportare un miglioramento della Pubblica Amministrazione, ma solo tagli agli stipendi dei dipendenti e smantellamento dei servizi pubblici.
A farne le spese solo le tasche dei lavoratori dipendenti e anche i cittadini.