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Sicurezza stradale, linea dura del governo su alcol e droga

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“Tolleranza zero” sugli alcolici per i giovani neo patentati fino a 21 anni e per chi trasporta merci pericolose. Se dovessero essere fermati alla guida, il loro tasso alcolemico deve risultare pari a zero, così come deve essere completamente vietato l’uso di sostanze stupefacenti. A proporlo è il titolare del Lavoro, della Salute e Politiche sociali, Maurizio Sacconi, che oggi è stato ascoltato dalla commissione Trasporti della Camera sul tema della sicurezza stradale.

Secondo il ministro nulla cambia rispetto ai limiti attuali per tutti gli altri. ”Una politica efficace” contro l’incidentalità da assunzione di alcol “ritengo sia la previsione di un limite assoluto, pari a zero, di concentrazione alcolica del sangue (Bac, Blood alcohol concentration), per i giovani (sino ai 21 anni di età) e i neopatentati – spiega Sacconi – e, per ragioni di sicurezza, anche per i conducenti di mezzi di trasporto pubblici e di veicoli commerciali, in particolare per quelli adibiti al trasporto di merci pericolose”.

Il ministro non ritiene, invece, sia indispensabile un intervento teso a una riduzione lineare degli attuali limiti di alcolemia stabiliti dalla legge (ad esempio, un abbassamento del limite di alcolemia consentito dall’attuale 0,5 a 0,2), in quanto esso, andando ad impattare sull’intera popolazione, non si tradurrebbe in un’azione mirata sulle categorie e sulle situazioni veramente ‘a rischio’. Situazioni per le quali Sacconi ribadisce la necessità di un livello di “tolleranza zero”.

Sempre nell’ottica della riduzione dell’incidentalità da assunzione di alcol, Sacconi sottolinea come sia “importante intervenire sul livello d’informazione, al fine di rendere noti i reali limiti di tollerabilità dell’alcol in termini facilmente comprensibili”. In questo senso, assicura l’esponente di governo, “ci impegniamo a rivedere, in un’ottica di maggiore chiarezza, anche le tabelle sull’alcol che sono scientificamente inappuntabili ma non facilissime da consultare”.

Con lo stesso obiettivo Sacconi evidenzia l’opportunità di “campagne di sensibilizzazione che incrementino la consapevolezza nella popolazione del rischio connesso all’alcol alla guida, coinvolgendo l’ambito scolastico in stretta connessione con quello familiare”.

Ma il target della sicurezza stradale, secondo il titolare del Welfare, si può centrare con “un approccio integrato e multisettoriale”. Ed è quindi “cruciale il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali a diverso livello coinvolti (Governo, regioni, autonomie locali, forze dell’ordine, ecc..), affinché sia posta in essere ogni azione utile per contribuire al contenimento dell’impatto drammatico dei traumi da traffico”.

A tal fine, per Sacconi, è “opportuna, in un’ottica di sinergia e coordinamento delle numerose iniziative intraprese, l’istituzione di una sorta di ‘cabina di regia’ che gestisca, in modo efficace ed efficiente, l’organizzazione delle attività”.ma sulla sicurezza stradale incide anche l’effettività delle sanzioni, un aspetto sul quale “a volte la creatività della magistratura non aiuta”, rimarca il ministro della Salute lanciando così “un appello positivo alla giustizia amministrativa affinché non vanifichi l’efficacia dei controlli”.
Importante il fronte della prevenzione. Sotto questo aspetto, l’esponente di governo propone di non dare la patente a chi fa uso abituale di droghe o alcol. “I dati epidemiologici attualmente disponibili – ha evidenziato il ministro – confermano che nel nostro Paese l’incidentalità stradale è frequentemente correlata all’uso di sostanze stupefacenti e/o all’assunzione di bevande alcoliche. Tale condizione risulta particolarmente frequente tra i giovani, coinvolti sempre più spesso in incidenti con soggetti terzi del tutto estranei a fenomeni di assunzione di alcol e droga”. L’analisi di questi dati, ha quindi osservato Sacconi, “impone di aumentare il grado di attenzione su tali categorie di guidatori, suggerendo l’opportunità di sottoporre tali soggetti a controlli sanitari più attenti, al fine di precludere preventivamente la guida a persone tossicodipendenti o alcol dipendenti o anche a persone che facciano uso frequente di sostanze che possano comunque alterare lo stato psicofisico durante la guida”.

Rispetto a questi ultimi, “ritengo necessario un coinvolgimento anche del settore farmaceutico affinché siano adeguatamente evidenziati e segnalati (magari sulle confezioni) gli effetti negativi dei farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale e quindi riducono l’attenzione della capacità di guida (per esempio psicofarmaci, antiallergici, alcuni tipi di miorilassanti e farmaci cardiologici)”.

Sacconi ritiene, inoltre, “necessario intensificare i controlli in quelle aree geografiche che risultano particolarmente esposte, quali punti di snodo del traffico comunitario e internazionale, all’ingresso di conducenti che possano avere abitudini alimentari caratterizzate dall’uso abituale (e in ipotesi non regolamentato) di bevande alcoliche”.
I
nfine Sacconi spiega che sta lavorando ”al drug test con Giovanardi” ed è fondamentale che questo sia “semplice” come quello messo a punto per verificare il tasso alcolemico. “La necessità di incidere fattivamente sugli incidenti derivanti dall’assunzione di sostanze stupefacenti – ha rimarcato – hanno indotto il ministero del Lavoro ad aderire all’iniziativa promossa dal sottosegretario di Stato Carlo Giovanardi, di costituire, al Dipartimento politiche anti-droga della presidenza del Consiglio dei ministri, un tavolo di lavoro per la sperimentazione di ‘drug test’, sia in fase preventiva ai fini dell’ottenimento della certificazione sanitaria di idoneità alla guida, sia per il controllo su strada dei soggetti con sospette condizioni di alterazione psichica derivanti da abuso di sostanze psicotrope”.

“In estrema sintesi – ha spiegato il ministro – si tratta di mettere a punto tecniche analitiche e modalità operative che consentano una rapida identificazione di tali soggetti, come noto prevalentemente riferiti alle fasce d’età giovanili. Risulterà cruciale, a tale proposito, che l’operatività in argomento possa essere condotta con procedure massimamente semplificate, di fatto gestibili autonomamente dalle forze di polizia, come accade per l’alcol test”.

Fonte: Adnkronos