Le categorie dei sindacati confederali firmatarie dei contratti di lavoro per i lavoratori dipendenti dai consorzi di bonifica, anche in riferimento alle notizie apparse sulla stampa locale negli ultimi giorni, esprimono forte preoccupazione e reputano inaccettabile che il processo di riordino, innescato dalla Regione, ponga le sue basi sui tagli di posti di lavoro del settore.
In una regione caratterizzata da una forte incidenza di fenomeni quali le frane, gli smottamenti e i processi erosivi accelerati sui versanti, i processi fluviali (erosioni di sponda, laterali e alluvioni), nonché da una quota consistente del territorio ubicato sotto il livello del mare e, quindi, a rischio costante di esondazioni, l’esperienza e le professionalità delle risorse umane della bonifica hanno rappresentato per decenni il vero valore aggiunto di questi enti che operano per mantenere in sicurezza il territorio emiliano-romagnolo.
FAI-CISL, FLAI-CGIL e FILBI-UIL apprezzano l’impegno e gli sforzi che chi governa la Regione ha messo in campo per conferire maggiore efficienza ed efficacia al sistema operativo a presidio della sicurezza del territorio. Nel contempo, pongono la massima attenzione al processo di riordino dei Consorzi di Bonifica avviato dalla Giunta regionale con un progetto di legge approvato a fine dicembre, progetto che prevede la riduzione del numero degli enti, e quindi dei rispettivi amministratori.
Tuttavia, proprio per tutte queste motivazioni, le categorie dei sindacati confederali, a salvaguardia degli oltre1.400 lavoratori del settore, ritengono necessario procedere con una visione che possa aiutare a valorizzare il lavoro, nella sua piena espressione professionale e l’operatività dei Consorzi, soprattutto in un frangente come quello attuale, caratterizzato da repentini effetti climatici sulle matrici ambientali, con la crescente intensità e concentrazione delle precipitazioni atmosferiche, che rende ancora più strategica la funzione di tutti gli organismi preposti alla difesa idrogeologica del territorio.