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Crisi, Cgil Bologna: il settore metalmeccanico il più colpito

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E’ il settore metalmeccanico, fiore all’occhiello dell’economia bolognese ed emiliano-romagnola – caratterizzata dalla presenza di numerose piccole e medie aziende all’avanguardia nel comparto del “packaging” – quello più colpito dalla crisi economica. Nella provincia di Bologna, secondo i dati della Cgil relativi al 12 gennaio scorso, su 350 aziende in crisi (di cui 245 in cassa integrazione ordinaria) ben 196 sono nel comparto metalmeccanico.

Il totale dei lavoratori interessati a procedimenti di crisi (cassa integrazione ordinaria e straordinaria, mobilità e licenziamenti collettivi, pre-pensionamenti, contratto di solidarietà , sospensione o riduzione dell’orario di lavoro, situazioni incerte) sono pari a 13.820 persone delle quali oltre la metà (9.017) sono impiegate nel metalmeccanico.

Complessivamente i dipendenti in cassa integrazione, al 12 gennaio 2008, sono 11.816 (10.051 in ordinaria, 1.678 in straordinaria, 87 in Cig straordinaria in deroga). In particolare, i lavoratori in cassa integrazione ordinaria sono aumentati, negli ultimi due mesi, del 116 per cento. I lavoratori titolari di procedure aperte (ma non ancora definitive) di mobilità e licenziamenti collettivi sono, attualmente, pari a 1.163. Secondo la stima del sindacato confederale, sul territorio bolognese, nel corso dello scorso anno, oltre 4.000 dipendenti sono stati licenziati. Il trend negativo causato dalla crisi economica non sembra rallentare.
Anzi. Dal novembre scorso le aziende in crisi sono aumentate di 162 unità (+ 86%) e si sono aggiunti 5.872 lavoratori interessati alle misure di crisi (+73%).

Alla vigilia dell’incontro di domani tra i rappresentanti di Comune, Provincia di Bologna e Regione Emilia Romagna, il segretario cittadino della Cgil, Cesare Melloni, si è augurato che si riesca trovare “una sinergia” tra le varie istituzioni per affrontare il momento particolarmente negativo in cui versano le aziende del territorio. E’ inoltre,importante, per Melloni, che le imprese arrestino la dinamica dei licenziamenti, ad esempio, “provando a ridurre l’orario di lavoro” ed impegnandosi “nella formazione e nella riconversione professionale come avviene in Germania”.

Da registrare, infine, negli ultimi tre mesi dello scorso anno, una forte impennata dei lavoratori in cassa integrazione rispetto al passato quando l’economia globale non risentiva ancora della crisi. Infatti, dal raffronto tra le ore destinate alla cassa integrazione (dato Inps) nell’ultimo trimestre 2008 con lo stesso periodo dell’anno precedente emerge un aumento del 527% (814.403 ore nel periodo ottobre/dicembre 2008 contro le 154.276 ore nel periodo ottobre/dicembre del 2007).