“I dati sui licenziamenti collettivi e sui lavoratori in Cassa integrazione evidenziano come, durante lo scorso anno, siano state concluse 107 procedure (dato analogo a quello del 2007, mentre negli anni precedenti si erano attestate intorno alle 60) di cui 73 per mobilità”. Lo dice l’assessore provinciale al Lavoro, Paolo Rebaudengo, tracciando il bilancio delle crisi aziendali nel 2008.
I lavoratori coinvolti sono stati 4.330, di cui 1.770 collocati in mobilità (in linea con il 2007) e 2.545 in Cassa integrazione straordinaria (quasi 2.000 più) per chiusura, crisi,
riorganizzazione o ristrutturazione; a questi se ne aggiungono 15 in contratto di solidarietà.
Tra le aziende più significative coinvolte, la Bat (tabacchi) e la Sabiem di Bologna, la Amalind, la Sasib, la Castellini (metalmeccanica) e la
Vetrosilex di Castel Maggiore, la Teko Telecom e la Iale di San Lazzaro di Savena, la Zanini Packaging e la Carpigiani di Anzola dell’Emilia, la Mascagni (mobili) di Casalecchio di Reno, la Amotek e la Fini (metalmeccanica) di Zola Predosa, la Sfir (zuccherifici) di San Pietro in Casale, la Galvanotecnica di Malalbergo, la Assa Abloy (metalmeccanica) di San Giovanni in Persiceto, la Gallarani (chimica) di Minerbio, la Arcotronics di Sasso Marconi, Vergato e Monghidoro, la Cartiera del Maglio
di Sasso Marconi, il Maglificio Adele e la Finlane di Imola, la Florim Ceramiche di Mordano, la Casetti (edilizia) e la Leonardo Ceramica di Casalfiumanese.
“I lavoratori in Cassa Integrazione straordinaria e in mobilità – precisa Rebaudengo – sono concentrati tra Bologna, con 900 lavoratori in mobilità o in Cigs e i Comuni della ‘cintura’ (con le punte più alte a Castel Maggiore, con 250 lavoratori, a Zola Predosa, con 200, a Ozzano dell’Emilia e Pianoro). Seguono: il Circondario Imolese con 640 lavoratori tra Imola, Mordano e Casalfiumanese; i Comuni della Montagna (con le punte più alte a Sasso Marconi, con 230 lavoratori, Vergato, con 130 e Monghidoro, con 110) e i Comuni della Pianura con particolare criticità a San Giovanni in Persiceto, con 110 e a Minerbio, con 50”. “Delle 107 procedure – spiega
ancora l’assessore – 38 si sono chiuse con un accordo in sede sindacale, 49 nella sede dell’Assessorato al Lavoro della Provincia, 8 al ministero del Lavoro; 5 sono stati i mancati accordi mentre 7 procedure sono state ritirate dalle aziende nel corso della trattativa”.
I settori più coinvolti dalle crisi sono stati il Metalmeccanico (con 27 procedure, 496 lavoratori in mobilità e 864 in Cigs), i Servizi (12 procedure, 181 lavoratori in mobilità e 24 in Cigs), l’Edilizia (10 procedure, 283 mobilità e 116 Cigs), il Tessile (7 procedure, 66 mobilità e 702 Cigs), il Cartario (7 procedure, 42 in mobilità e 115 in Cigs), gli Alimentari (6 procedure, 186 lavoratori in mobilità e 70 in Cigs), la Chimica (5 procedure, 144 mobilità e 102 Cigs) e la Ceramica (2 procedure, 53 mobilità e 433 Cigs).
“A questi numeri – osserva Rebaudengo – occorre aggiungere quelli derivanti dalle procedure aperte negli ultimi mesi del 2008 e non ancora concluse. Si tratta di 22 procedure di mobilità, per un totale di 322 lavoratori coinvolti, distribuite tra Commercio (6), Metalmeccanica (4), Tessile,
Informatica ed Edilizia (2 a testa), Servizi, Chimica, Cartaio, Telecomunicazione, Trasporti e Alimentari (1 a testa)”. Tra queste: Motorstore di Castenaso (concessionaria auto), Igmi Giuliani di Quarto
Inferiore, Sima di Crespellano e Fasco di Granarolo (Metalmeccanico), Algotex di Crevalcore (Informatica) e Nova Sorel di Zola Predosa (Commercio).