“Il governo ha dato parere contrario” in commissione Bilancio e Finanze della Camera “ad entrambi gli emendamenti” presentati dalla Lega al dl anticrisi che prevedono una tassa di 50 euro sui permessi di soggiorno e una fideiussione di 10mila euro per le partite Iva aperte da immigrati.
Lo ha detto all’Adnkronos Claudio D’Amico, firmatario dell’emendamento sulla tassa sui permessi di soggiorno. D’Amico dice che “non è vero” che la Lega “abbia ritirato gli emendamenti. Né io né Bitonci abbiamo fatto marcia indietro”. L’esponente del Carroccio esprime delusione per la “campagna di strumentalizzazione” montata intorno a questi due emendamenti che, dice, “ha causato oggi il voto sfavorevole del governo in commissione”.
“Questa cosa – spiega – sembra che ce la siamo inventata. Ma invece io stesso avevo presentato al governo un ordine del giorno il 23 luglio 2008, approvato dall’esecutivo, e che conteneva una norma praticamente identica. Inoltre anche in Senato c’è un emendamento sul ddl sicurezza che è molto simile al nostro. Insomma – conclude – la norma per la tassa sul permesso di soggiorno esiste in tutto il mondo. Questa notte ho ricevuto tantissimi sms di italiani nel mondo che dicono: ‘noi qui all’estero paghiamo, perché gli stranieri da noi non lo devono fare?'”.
Il no dell’esecutivo è stato confermato dallo stesso presidente del Consiglio. “Abbiamo detto di non essere d’accordo con la proposta della Lega sugli immigrati” ha dichiarato Silvio Berlusconi a Cagliari. “Quando abbiamo conosciuto il testo dell’emendamento – ha aggiunto il premier – ho immediatamente dichiarato di essere contrario alla proposta, come d’altronde i rappresentanti del governo”.”Stupito dalla reazione di alcuni esponenti della maggioranza – si dice il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota – perché il principio della tassa sul permesso di soggiorno, oltre ad essere giusto e previsto in diversi Paesi europei, era già stato discusso e votato dalla maggioranza con il parere favorevole del governo in Senato, addirittura prevedendo un importo di 200 euro, ed è inserito nel testo del dl sicurezza licenziato dalle commissioni”.
“Abbiamo solo voluto presentarlo come emendamento al dl anti crisi per anticiparne gli effetti – aggiunge Cota – La Lega ritiene importante difendere il principio di una immigrazione regolamentata e il principio che chi arriva sul nostro territorio debba concorrere alle spese per sostenere i costi dell’immigrazione. E’ una battaglia di giustizia che la stragrande maggioranza dei cittadini condivide”.Definisce invece “indecente” la proposta del Carroccio il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. “E’ un ulteriore spot che fa la Lega, si va avanti per spot e non per sostanza – spiega il leader centrista – non c’è più umanità nella politica: è veramente una cosa indecente”.
“Ricordo alla Lega – conclude Cesa – che se molte aziende del Nord vanno avanti, lo fanno grazie ai lavoratori immigrati che stanno prestando il loro servizio in queste aziende”. Al no del governo plaude la Cisl, che è tornata a chiedere la cittadinanza italiana per tutti i figli di immigrati nati nel territorio italiano. ”Erano norme frutto di una profonda intolleranza sociale e discriminatorie – ha commentato il segretario generale Raffaele Bonanni – Speriamo che questi emendamenti vengano definitivamente cancellati. Tra l’altro gli immigrati pagano già 72 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno, che magari arriva dopo due anni, quando è già scaduto”.
Fonte Adnkronos