Home Politica Iris, Miglioli (PD): evitare lo ”spezzatino” dell’azienda

Iris, Miglioli (PD): evitare lo ”spezzatino” dell’azienda

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“Una decisione gravissima”. E’ il commento dell’on. Ivano Miglioli, componente della commissione Lavoro della Camera, all’annuncio della messa in liquidazione degli stabilimenti dell’Iris ceramica.

“Non sappiamo ancora – dice Miglioli – quali siano le ragioni vere che hanno spinto la proprietà a decidere la chiusura degli stabilimenti. Certo
è che un’impresa di queste dimensioni con bilanci in attivo negli ultimi anni non può, dall’oggi al domani, mettere a rischio 800 posti di lavoro
senza darne conto. Esiste una responsabilità sociale dell’azienda nei confronti di lavoratori, comunità e istituzioni che in questi anni hanno
sostenuto la crescita del tessuto produttivo. A quella responsabilità non si può venir meno, neanche di fronte a crisi gravi come quella attuale.
E non può costituire una giustificazione sufficiente – aggiunge il parlamentare – nemmeno l’insipienza di questo governo che, a differenza di
quanto accade in tutte le altre democrazie occidentali, non è stato capace di mettere in campo strategie efficaci contro la crisi. Nell’ultimo
decreto anticrisi non c’è nulla sul bonus energia, né sugli sgravi fiscali, né sul credito d’imposta. Mentre sugli ammortizzatori sociali le risorse sono insufficienti e la riforma viene rinviata sine die.
Quindi c’è il rischio – precisa Miglioli – che di fronte alla mancanza di provvedimenti seri, credibili, del governo, le imprese siano tentate di
imboccare scorciatoie pericolose, sia per i lavoratori che per il futuro stesso del sistema produttivo italiano. La vicenda Alitalia sta lì a
dimostrarlo. Come nel gioco dell’oca la compagnia di bandiera è tornata al punto di partenza con la differenza che adesso i contribuenti dovranno
accollarsi 4 miliardi di debiti a tutto vantaggio della cordata di imprenditori della Cai.
Ecco, quello che va evitato, nel caso dell’Iris, è una “Cai 2” – conclude l’esponente Pd – ovvero uno spezzatino che metta in salvo la “polpa”
dell’azienda abbandonando al loro destino i lavoratori e le parti meno redditizie del gruppo. Un’ipotesi che, nell’immediato, può essere
scongiurata solo da una forte risposta dei sindacati, dei Comuni, della Provincia e della Regione. Ma anche da un’assunzione di responsabilità da parte della proprietà e di Confindustria ceramica”.