“Voglio cercare di ricominciare a vivere. In Italia”. Ma per ora, spiega all’Adnkronos, “non ho ancora fatto alcun programma. Vedrò. Devo anche attendere le mie vicende giudiziarie”. Di più, al momento, non vuole dire Azouz Marzouk, che nella strage di Erba ha perso la moglie, il figlio e la suocera e che da questa mattina è tornato libero dopo aver scontato una pena patteggiata di 13 mesi per spaccio di droga. Pena che Azouz ha trascorso nel carcere di Vigevano.
Per lui i problemi non sono ancora finiti. La pena accessoria prevista nella sentenza emessa nei suoi confronti prevede l’espulsione dall’Italia. Una misura contro la quale i suoi legali hanno fatto ricorso in Cassazione. Ma la Suprema Corte non si esprimerà che in primavera, secondo le ipotesi degli stessi legali. Intanto, dal maggio scorso, il permesso di soggiorno di Azouz è scaduto e non è escluso, ipotizza l’avvocato Roberto Tropenscovino, che le autorità competenti possano notificargli un nuovo ordine di espulsione. “In questo caso – mette le mani avanti il difensore – presenteremo subito ricorso al Tribunale competente”. Anche per questo, in attesa di eventuali nuove misure di sicurezza, gli avvocati di Azouz hanno consigliato al loro assistito di trascorrere un periodo “lontano da occhi indiscreti, soprattutto dalle telecamere” fino a quando non sarà chiaro fino a che punto Azouz “è libero di muoversi per un tempo determinato o indeterminato”. Sicuramente, comunque, fino alla decisione della Cassazione.
Fonte: Adnkronos