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Sisma: chiesto lo stato di emergenza per le province di Parma e Reggio

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Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha chiesto alla Presidenza del Consiglio la dichiarazione dello stato di emergenza per le province di Parma e Reggio Emilia, interessate dall’evento sismico del 23 dicembre scorso, dove in particolare nell’area appenninica fra il reggiano ed il parmense era stata registrata una scossa sismica di magnitudo 5.1, con profondità stimata a circa 26 km, che ha provocato danni ingenti e diffusi. L’epicentro strumentale dell’evento è stato localizzato nei comuni di Canossa, Vetto e Neviano degli Arduini, sempre tra le province di Parma e Reggio Emilia. Nelle ore successive si erano verificate una serie di repliche, delle quali due più forti, il 23 e 24 dicembre.


Nel tardo pomeriggio del giorno 23 era stata costituita un’unità di crisi presso la Prefettura di Parma, che aveva deciso di concentrare la priorità delle verifiche di agibilità sui luoghi di culto, soprattutto per l’imminenza delle celebrazioni natalizie, mentre per gli edifici pubblici, gli edifici scolastici e gli edifici privati era stato definito un programma di verifiche per i giorni successivi.

A seguito delle verifiche effettuate dai Vigili del fuoco di Parma e Reggio Emilia, dai tecnici comunali e dai primi sopralluoghi del Nucleo Tecnico di Valutazione regionale con il supporto di esperti del Dipartimento nazionale della Protezione Civile e della Commissione Regionale Grandi Rischi, il quadro dei danneggiamenti, ancorchè provvisorio è il seguente:
Provincia di Parma
danneggiamenti al municipio di Langhirano, alla Rocca di Sala Baganza, al castello di Montechiarugolo ed al castello di Torrechiara. Si evidenzia che quest’ultimo risulta inagibile, con conseguente chiusura al pubblico;
n. 40 chiese con inagibilità;
n. 60 abitazioni inagibili o parzialmente inagibili, con 140 persone evacuate, di cui 30 ospitate in albergo;
sono in corso verifiche su danni alle scuole
Provincia di Reggio Emilia
danneggiamenti ai municipi di Busana e Vetto, ad edifici scolastici e ad edifici storico-monumentali in particolare nei comuni di Quattro Castella;
n. 11 chiese inagibili;
n. 17 persone evacuate nel comune di Quattro Castella e Canossa.
La Regione Emilia-Romagna ha messo in campo un costante raccordo e coordinamento delle attività con il Dipartimento nazionale della Protezione civile; l’attivazione di un centro operativo regionale, della sezione rischio sismico della Commissione regionale grandi rischi e del Centro multirischio per monitorare il fenomeno segnalato, per la definizione e aggiornamento dello scenario di evento in continuo collegamento con le altre strutture del sistema; l’attivazione del Nucleo di valutazione regionale per l’effettuazione di sopralluoghi nei comuni più colpiti; l’attivazione dei Coordinamenti provinciali del volontariato di protezione civile, impiegandoli in attività di supporto e logistica; l’attivazione in stand-by delle unità per l’assistenza alla popolazione della colonna mobile regionale; il posizionamento di moduli abitativi presso aziende agricole al fine di garantirne la continuità dell’attività.
L’Agenzia regionale di Protezione civile sta raccogliendo le segnalazioni di danno predisposte dagli Enti locali, con il coordinamento delle prefetture e delle province di Parma e Reggio Emilia ed ha attivato squadre del Nucleo tecnico di valutazione per effettuare verifiche speditive di agibilità e di valutazione del danno. Nel contempo continua l’attività dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, per la valutazione degli effetti macrosismici.
A seguito di tali attività sarà possibile effettuare una stima più analitica dei danni, anche se con i dati preliminari ad oggi raccolti appare evidente che per fronteggiare la situazione di emergenza in oggetto risultano necessari mezzi e poteri straordinari, al fine di attivare assistenza alle popolazione colpite ed ai titolari e agli addetti di attività agricole e produttive che richiedono continuità dell’attività lavorativa; interventi di somma urgenza per il ripristino delle infrastrutture e delle opere pubbliche danneggiate, con particolare riferimento alle scuole ed agli edifici storico-monumentali; interventi di miglioramento sismico delle strutture interessate dall’evento sismico, con particolate riferimento ad edifici pubblici, scuole, chiese e luoghi di culto, edifici storico monumentali; contributi per i soggetti privati e le attività produttive danneggiate.
In questo contesto, il presidente Errani, d’intesa con i Presidenti delle Province ed i Prefetti interessati, ha chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri la dichiarazione dello stato di emergenza (ai sensi dell’art. 5 della Legge 225/92) e l’assegnazione di adeguati mezzi e poteri straordinari per effettuare con urgenza i necessari interventi e ripristinare le normali condizioni di vita nei territori delle province di Parma e Reggio Emilia.