Dopo i Comuni dell’Area Nord, anche i sindacati chiedono che l’impianto delle Pilastresi a Stellata di Bondeno (Ferrara) rimanga in gestione al Consorzio di bonifica di Burana-Leo-Scoltenna-Panaro.
«L’impianto ferrarese garantisce la sicurezza idraulica del territorio e l’incolumità delle popolazioni modenesi – affermano Fai-Cisl, Flai-Cgil e Filbi-Uil di Modena – Togliere il controllo al Burana, come prevede il progetto di legge regionale di riordino dei Consorzi di bonifica, rischia di rendere i tempi di reazione alle emergenze più lunghi di quelli che si può permettere un territorio delicato come la Bassa modenese».
L’eventualità che la gestione delle Pilastresi passi a un altro ente è prevista da una proposta di riforma dei Consorzi di bonifica definita nei giorni scorsi d’intesa tra le organizzazioni professionali agricole regionali e l’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, e attualmente all’esame della Giunta regionale. «Il metodo di decisione condivisa con le parti sociali è positivo – dicono i sindacati – Allarma, però, il richiamo, contenuto nel progetto di legge, al destino dell’impianto delle Pilastresi. Il progetto prevede, infatti, “… la necessità di una gestione concordata, con tenuta di contabilità e bilancio autonomi…”.
Le recenti evoluzioni climatiche, con precipitazioni sempre più concentrate e violente, hanno di fatto aumentato i pericoli di emergenze idrauliche. Non è, pertanto, accettabile che il controllo dell’impianto Pilastresi non sia più di competenza del Consorzio di bonifica di Burana, ma debba sottostare a una non meglio precisata gestione concordata». Sul riordino dei Consorzi di bonifica, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Filbi-Uil hanno anche scritto una lettera ai consigliere regionali modenesi. Nella missiva i sindacati affermano che è sicuramente positivo l’obbiettivo di ridurre il numero dei Consorzi, ma appaiono assai discutibili alcune disposizioni del progetto di legge, in particolare quelle sul personale.