Con l’arrivo della pillola RU486 “si rischia di banalizzare l’aborto e dimenticare la prima parte della legge 194, quella sulla prevenzione”. E’ quanto avverte il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (nella foto), in un’intervista a ‘Famiglia Cristiana’.
Per il capo della Cei, “non dobbiamo cercare tutti i modi per abortire meglio e più in fretta, ma lavorare perché si possa scegliere di non abortire, con aiuti alle donne, alle coppie, alle famiglie. La RU486 è una cosa grave”.In campo bioetico, Bagnasco dice che “la legge sul fine vita l’abbiamo chiesta più volte e oggi è indispensabile, dopo le recenti sentenze della magistratura”. Per il capo della Cei, la futura legge “dovrà avere un ampio consenso e prevedere come irrinunciabili idratazione e nutrizione, che non sono terapie. E poi -aggiunge – deve salvaguardare la responsabilità del medico, che non può essere ridotto a semplice notaio di decisioni altrui. Anche le dichiarazioni eventuali del paziente devono essere assolutamente documentate e certe e non suscettibili di interpretazioni da parte di nessuno”.Bagnasco interviene anche su politica e crisi economica. E ammonisce: “La crisi porta a maggiore litigiosità: ma la contrapposizione non è mai una buona strada da percorrere”. Dunque esorta a “fare i conti con i problemi urgenti della gente e del Paese”.Per Bagnasco, “la fiducia e la speranza nel futuro si costruiscono tutti insieme, altrimenti non si supera una situazione complessa di carattere globale”. Quanto, più in particolare, alla politica italiana, occorre “parlarsi di più, confrontarsi su obiettivi unitari. E non perdere il riferimento alla dimensione etica: nella vita personale e anche nella vita pubblica, nell’economia, nella finanza, nella politica”, sottolinea significativamente il capo della Cei ricordando che “senza valori non si costruisce nulla e non si va da nessuna parte”.Quanto alla crisi economica “la situazione è preoccupante e seria”, dice Bagnasco, “ma l’Italia, grazie alla sua indole e all’intraprendenza dei cittadini, può uscire meno peggio di altri Paesi dalla crisi: abbiamo maggior senso del risparmio, siamo meno avventurieri di altri”. Da qui l’invito del capo della Cei ad “uno stile di vita più sobrio”. Un richiamo però che non riguarda le fasce più povere: “Sarebbe offensivo”, conclude Bagnasco.
Fonte: Adnkronos