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Serata conclusiva prima parte iniziativa del Comune “I reggiani, per esempio”

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Una serata inconsueta quella di ieri, che si era già fatta annunciare da un particolare strillone che, all’ingresso del teatro Ariosto, distribuiva “Buone notizie” alle tantissime persone che si affollavano per entrare. Una perfetta anticipazione della ragione dell’incontro nel teatro cittadino. Protagonisti “I reggiani, per esempio”: trecento testimonianze, storie reggiane e quotidiane di cittadinanza attiva e solidarietà sociale che il Comune di Reggio ha raccolto in poco più di due mesi da 250 soggetti: singoli, scuole, associazioni, imprese, parrocchie.

«Abbiamo voluto con questa iniziativa scommettere sulle tante realtà, spesso invisibili – ha detto il sindaco Graziano Delrio, intervenendo all’Ariosto – che operano a beneficio del bene comune. Abbiamo voluto portarle alla luce, perché sono storie quotidiane che fanno ‘politica’ in senso ampio, nel senso della polis, perché si riferiscono a persone protagoniste della nostra comunità. Sono un segno di forza e di speranza che ci permettono di continuare a pensarci come “noi” e non come “io”».

Il sindaco ha anche letto il testo del telegramma che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato per la circostanza e in cui ha affermato tra l’altro “Il valore civile dell’iniziativa, che conferma l’attenzione con cui Reggio Emilia guarda ai grandi temi della coesione sociale”.
L’incontro di ieri all’Ariosto, dal titolo “La città ringrazia chi la rende migliore” ha concluso la prima fase de “I reggiani, per esempio”. Non una celebrazione, ma un ringraziamento a cui hanno partecipato, oltre al sindaco Graziano Delrio, il premio Nobel per la letteratura Dario Fo; Roberta Mineo, docente di Psicologia sociale all’Università di Modena e Reggio; monsignor Giovanni Nicolini, già vicario episcopale per la Carità della diocesi di Bologna; Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva e Andrea Romano, professore di Storia contemporanea all’Università di Roma-Tor Vergata. Sul palco anche vari rappresentati di quel volontariato civile e sociale che l’iniziativa ha messo in rilievo.

L’istrionico Dario Fo ha fatto da mattatore nella prima parte della serata, lasciandosi andare a ricordi, che ha voluto condividere con il pubblico, di altri incontri in questo stesso teatro. E poi via con la metrica della poesia italiana, frutto dei cantici legati al lavoro.

Il dibattito
Il dibattito – condotto dal giornalista Duilio Giammaria, giornalista Rai – si è sviluppato in modo dinamico e non formale, alternato da proiezioni di filmati di storie reggiane di civiltà e solidarietà e da testimonianze dirette dei cittadini che hanno partecipato. Per lo storico Andrea Romano, questi esempi di volontariato reggiano, non di carità, possono essere anche un’indicazione sul come uscire dalla crisi rispetto al Welfare, che si sta registrando in tutta Europa. «Carità? La carità è relazione, scoperta appassionata dell’altro» ha precisato monsignor Nicolini, che ha parlato anche dello “splendore della laicità”, di Costituzione e diritti umani, per applicare i quali, però, è necessario affiancare la relazione, ed essere in uno stato di reciprocità. Monsignor Nicolini ha raccontato di aver avuto la fortuna “di assistere, tanto tempo fa, ad un dialogo tra due Costituenti” e ha ricordato il senso profondo della parola “lavoro”, su cui si basa la Costituzione, lavoro come impegno, come fatica quotidiana di ognuno per tirare fuori la parte migliore di sè. Per la psicologa Roberta Mineo, la capacità di entrare in una rete di relazioni è importante per farci sentire che siamo parte di una comunità, ma è anche trovare l’altro dentro di noi, è sentire che la nostra vita è parte di un progetto come cittadini e come esseri umani. Appassionata l’espressione della propria esperienza e utopia da parte del sedicenne Matteo Davoli, impegnato in un progetto di volontariato di “Leva giovani”, il progetto del Comune che ormai coinvolge più di 600 ragazze e ragazzi. Per Matteo «Si può cambiare il mondo dando, senza chiedere nulla in cambio».
Secondo Teresa Petrangolini, della storica associazione nazionale Cittadinanzattiva, i cittadini “attivi” potrebbero essere effettivamente una speranza di cambiamento nel nostro Paese. Sono infatti 85mila le organizzazioni di cittadini che in Italia si battono per migliorare vari aspetti del nostro vivere civile. Una speranza che può venire da quel 40% di italiani – ha sottolineato Roberta Mineo – che ha il senso di civismo politico, non necessariamente partitico, e che è impegnata in attivismo solidale, che non è solo volontariato.

Le storie
Durante la serata sono state ricordate alcune delle 300 esperienze di cittadinanza attiva e volontariato sociale arrivate al Comune. Come la storia di Max, appassionato di astronomia, che “viveva” sulle panchine e che, grazie alla sensibilità di medici e operatori della struttura “Le Ginestre” che lo seguono, ora ha amici e appoggio all’Osservatorio astronomico di Jano; quella di Maria che, venuta a vivere in una città piena di biciclette come Reggio, si sentiva tagliata fuori per non saperla utilizzare, ed è stata aiutata dall’organizzazione “Tuttinbici” per mettersi in sella per andare al lavoro e percorre le nostre strade. L’esperienza di Remidafood, con volontari come Enzo, che raccolgono cibo fresco dai supermercati all’ora di chiusura, integro però non rivendibile il giorno dopo, e che così finisce alle mense che offrono pasti gratuiti. Oppure la storia di chi decide di diventare biografo volontario con l’iniziativa Mnemor, ascoltando attentamente e raccogliendo la memoria collettiva, vera ricchezza del territorio. E ancora l’esperienza dei giovani studenti dell’Istituto Ipsia Galvani che, nel laboratorio scolastico, costruiscono e donano occhiali prescritti da missioni in Africa. Interessante anche la testimonianza di Souad proveniente dal Marocco che, attraverso Avo, offre assistenza volontaria ai malati in ospedale. E quella di Erminia, una delle tutor della raccolta integrata del rifiuto domiciliare nelle Circoscrizioni quinta e sesta. O quella di uno studente, Pietro, che grazie a lavori di tinteggio e manovalanza con un gruppo di persone, raccoglie risorse per le missioni in Sudamerica per l’associazione Mato Grosso.

E la storia continua
L’iniziativa “ I reggiani, per esempio” continua, proseguirà per tutto l’anno prossimo. Chi vuole può ancora mandare storie al sito Comune di Reggio (dove possono essere lette tutte le storie finora raccolte), all’Urp di via Farini 2/1 o via e-mail.
Ci saranno quindi nuove raccolte di storie e casi di cittadinanza attiva (che saranno valorizzate anche attraverso una pubblicazione). Ma anche l’avvio di un ciclo di incontri e riflessioni sui temi della giustizia sociale, dei diritti e doveri, dei valori fondanti la comunità reggiana e il nostro paese, con un riferimento esplicito alla carta
costituzionale. È inoltre intenzione dell’Amministrazione reggiana partire da alcune delle iniziative più significative raccolte per avviare percorsi di progettazione congiunta di azioni legate alla responsabilità sociale, ai servizi e al sostegno del territorio.
Infatti, per il sindaco Delrio, che ha concluso la serata all’Ariosto, «La politica deve credere che nelle persone ci sono risorse e attingere dalle esperienze di protagonismo civile di chi lavora perché i nostri figli vivano in un mondo migliore».