Secondo il dato annuo definitivo reso noto oggi dall’Istat, l’inflazione a novembre è “scesa’ dal 3,5% al 2,7%. In realtà, per il Codacons, a parte il calo effettivo dei prezzi dei prodotti energetici, legato alla discesa del prezzo del petrolio, si tratta solo di un illusorio “calo’ tecnico che non può far gridare vittoria a nessuno, men che meno al Governo che nulla ha ancora fatto per abbattere l’inflazione.
In primo luogo si ricorda che dopo gli aumenti record di quest’anno, l’unico dato positivo sarebbe una discesa dei prezzi, ossia un’inflazione negativa, e non un aumento dei prezzi, anche se percentualmente inferiore. Altrimenti il costo della vita non può che continuare a salire. A fine anno il Codacons ha considerato che gli aumenti dei prezzi del 2008 determineranno una stangata di 1.700 euro a famiglia.
In tal senso è sintomatico il fatto che il prezzo del pane e della pasta continuano ad aumentare anche rispetto al mese di ottobre (pane + 0,1 % e pasta di semola di grano duro + 0,3%), nonostante il prezzo della materia prima stia calando da febbraio per la pasta e da marzo per il pane. Il frumento duro fino utilizzato per la pasta è sceso da 508,85 euro a tonnellata di febbraio a 231,81 euro a tonnellata di novembre, ossia il prezzo si è più che dimezzato, scendendo del 54,44 %, mentre il frumento tenero fino usato per il pane è sceso da 293.28 di marzo a 186,89 di novembre. Eppure i prezzi dei prodotti finali continuano a salire. Non è, quindi, una grande consolazione che ora la pasta ed il pane, rispetto al mese di novembre dello scorso anno siano aumentati meno che a ottobre. E’ evidente che siccome il prezzo del pane e della pasta si sono impennati a partire dal mese di settembre 2007 (tanto che fu organizzato lo sciopero della pasta), dal settembre 2008 l’incremento su base annua non potrà che diminuire. Peccato che i prezzi continuino a salire!