Era un’ipotesi, ora vi è la certezza «unanimemente accettata»: l’ancona lignea che nella basilica di San Prospero ospitava “La notte” di Antonio Allegri, fu disegnata dallo stesso pittore correggese. La notizia è stata confermata a conclusione dei lavori finanziati da UniCredit Banca, durante la presentazione del restauro.
L’opera – in pioppo cipressino, metri 4,30 x 3,20 – risale al 1530, e si trova nella navata destra della millenaria chiesa reggiana: la certezza dell’attribuzione deriva da due date incise nel legno, che sono emerse quando – per la prima volta dalla creazione – l’architettura è stata completamente smontata.
Fino al 1640 ospitava la Adorazione dei pastori (detta appunto “La notte”), olio su tavola eseguito dal Correggio su commissione della famiglia Pratonieri per la cappella di famiglia. In quell’anno fu fatta trafugare nottetempo dal Duca di Modena per essere portata nel palazzo ducale; un secolo dopo fu venduta dagli Estensi, per fare cassa, insieme ad altri cento quadri, ad Augusto III di Sassonia re di Polonia: da quella data il quadro è conservato a Dresda (Gemaldegalerie), tanto da essere comunemente citato come la “Notte di Dresda”.
Grande soddisfazione è stata espressa, nella sagrestia di San Prospero durante una dettagliata illustrazione dei lavori, dal soprintendente per i beni storici e artistici di Modena e Reggio, Mario Scalini, e dalla sua omologa di Parma e Piacenza, Lucia Fornari Schianchi.
I responsabili dell’intervento – il direttore Angelo Mazza della Soprintendenza, il restauratore Avio Melloni, l’arch. Mauro Severi che curò i restauri della basilica – hanno sottolineato lo stretto legame fra il disegno dell’ancona e il quadro che conteneva: un rapporto inscindibile, come per poche altre opere dell’Allegri, per le quali l’artista reggiano eseguì di persona anche il progetto della cornice.
Prima dei discorsi, il vescovo ausiliario di Reggio mons. Lorenzo Ghizzoni ha benedetto l’ancona, che dal 1642 ospita una copia dell’Adorazione eseguita dal Boulanger, pittore della corte estense.
«Con il restauro di questo piccolo grande tesoro, UniCredit Banca conferma l’impegno per la tutela e la valorizzazione dell’arte e della cultura» ha detto Paolo Paterlini della Direzione Regionale dell’istituto. «Un impegno che ci vede attivi nella realtà reggiana, area per noi davvero strategica, dove abbiamo rafforzato nel tempo la presenza, specie dopo l’aggregazione con la Cassa di Risparmio di Reggio Emilia, storicamente presente nel territorio».