I reggiani l’hanno vista nascere e crescere, un po’ come un essere vivente, che sarà per loro e con loro ogni giorno. E si sono riappropriati di lei ogni giorno di più, mentre il cantiere arretrava e lasciava spazio alle persone, mettendo in luce il nuovo selciato in pietra, gli effetti cromatici e le perfette simmetrie con gli edifici che si affacciano sulla piazza e adesso risaltano, con la loro personalità spiccata: il teatro Municipale Romolo Valli, il palazzo e la chiesa di San Francesco, la Banca d’Italia, il San Rocco.
La piazza è quella dei Martiri del 7 Luglio. I cinque platani che ricordano i cinque martiri caduti sul selciato il 7 luglio 1960. Il nuovo disegno da forza e slancio al monumento ai martiri della Liberazione, ora stagliato sullo sfondo libero del palazzo San Francesco, i Musei civici. Le panche e gli arredi per fare della piazza un luogo frequentato (non più un parcheggio in asfalto), attraversato e vissuto.
Sullo sfondo, come una quinta d’acqua e trasparenze colorate che anticipa di qualche passo il plastico profilo del Valli, la nuova fontana.
Uno spettacolo di luci, musica e suggestive coreografie d’acqua inaugurerà sabato 6 dicembre, dalle ore 17.30, la piazza riqualificata dopo 16 mesi di lavori.
Sulle note della Banda filarmonica del Tricolore, che partirà da piazza Del Monte alla volta del Valli, si accenderanno in successione i diversi monumenti che si affacciano sulla piazza. Dopo gli interventi del sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio e del direttore di Enìa Reggio Emilia, Nino Simonazzi, che procederanno al taglio del nastro sulle note dell’inno nazionale, i 73 zampilli della fontana – realizzata con il contributo di Enìa dall’azienda vicentina Delta Engineering – entreranno in funzione, illuminati dai colori della bandiera italiana, in omaggio alla città del Tricolore.
Le cinque targhe della memoria dedicate ai martiri del 7 luglio – Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli – collocate, quali “segnavia di democrazia”, nella posizione in cui i cinque giovani persero la vita, saranno evidenziate da cubi luminosi. Sulla facciata dei Musei Civici saranno proiettati i volti di tutti coloro – operai, tecnici, progettisti – che hanno lavorato alla riqualificazione dell’area.
La riqualificazione è stata presentata oggi alla stampa nella galleria Spallanzani dei Musi Civici dallo stesso sindaco Delrio, dall’assessore alla Città storica Mimmo Spadoni e dal direttore di Enìa Reggio Emilia, Simonazzi.
“Dove erano un parcheggio in asfalto e un poco d’acqua davanti al teatro Valli – ha detto il sindaco – oggi troviamo un luogo che si propone come centrale per la vita della città, a cui la riqualificazione ha donato un forte senso di unità spaziale. Un senso di unità è forse la cifra più forte di questa riqualificazione, si traduce in un senso di appartenenza delle persone al luogo e alla città. La piazza è spazio pubblico per eccellenza, qui si trasmettono le esperienze, la storia di ciascuno e di tutti, rappresenta le radici. Ma la città non è solo ‘fissità’ dei luoghi, può essere anche rivisitazione degli spazi nel rispetto dell’identità e della storia. Questo intervento raggiunge l’obiettivo, ridona un’identità pubblica, frequentabile, abitabile, alla nostra piazza Martiri del 7 Luglio, riconsegnandocela pienamente, valorizzando i monumenti che vi trovano posto o la circondano, rivelandone la bellezza, riaprendo un dialogo con la città che è intorno, riportando al centro gli spazi pubblici e privati che ruotano intorno”.
“Gli antichi greci – ha detto l’assessore Spadoni – ci hanno trasmesso un significato profondo di città, in cui il ‘centro’ non sono i palazzi o i monumenti, ma la piazza, l’antica agorà. Questo vale anche oggi, per noi, per le piazze di Reggio, che costituiscono un sistema di spazi aperti e di incontro fra persone. La città aperta è alla base della nostra idea di città. Piazza Martiri del 7 Luglio, in particolare, raccoglie simboli di vita molto forti, come i cinque platani che ricordano le vite spezzate dei martiri, come la fontana con la sua acqua, simbolo di vita per antonomasia. Ed è luogo di democrazia, non solo perché qui vi può essere incontro, scambio, confronto, ma anche per la memoria degli stessi martiri del 7 luglio 1960, che morirono mentre esprimevano le loro idee. E per l’attenzione che i progettisti hanno avuto per le esigenze dei diversamente abili, con la realizzazione di un sistema di percorsi disegnati in collaborazione con il Centro di informazione regionale sulle barriere architettoniche, che permettono alle persone ipovedenti o con problemi di deambulazione un accesso appropriato allo spazio”.
“Nella nuova fontana – ha aggiunto l’assessore – si riflettono gli edifici che circondano la piazza, anche quelli più distanti: i teatri Municipale e Ariosto, la Galleria Parmeggiani e i Musei, la chiesa di San Francesco, la Banca d’Italia, l’Isolato San Rocco, testimoniando nell’architettura una storia che va dal Duecento (origini della chiesa di San Francesco) agli anni Cinquanta. La fontana diviene quindi una sorta di fotografia simbolica, di concept della piazza, che ora si propone con un ordine che è bellezza. E le città belle, ha scritto Vittorini, producono gente bella”.
“Voglio ringraziare – ha concluso Spadoni – le tante imprese, i tecnici, le maestranze che hanno realizzato quest’opera collettiva, cresciuta sotto gli occhi dei cittadini e per la quale i reggiani nutrono affetto”.
Il direttore di Enìa Reggio Emilia, Simonazzi, ha detto che “la fontana completa e arricchisce l’esito architettonico della riqualificazione, enfatizzando il valore e l’importanza dell’acqua, quale elemento indispensabile per la vita, compagna della nostra quotidianità”.
Sono poi intervenuti l’architetto Maicher Bigini, dello studio Caire Pro, progettista della riqualificazione, che ha sottolineato “la forte condivisione di idee e intenti con il Comune di Reggio, in particolare con la Città storica, nella realizzazione dell’opera”, e Leris Fantini in rappresentanza del Centro di informazione regionale sulle barriere architettoniche (Cariba): “Una città – ha detto – è veramente democratica quando tutti i cittadini possono muoversi dove vogliono. A Reggio, in questa piazza, è possibile grazie a una riqualificazione che è stata attenta anche all’accessibilità”.
La fontana, costruita con geometrie e funzioni che ricordano la storia del luogo, si presta a diverse possibilità di utilizzo. Oltre a recare memoria dello zampillo d’acqua – che proprio in quest’area fuoriuscì dalla pavimentazione e venne illuminato da fasci di luce elettrica nel novembre del 1885, in occasione dell’inaugurazione dell’acquedotto comunale donato da Ulderico Levi – si configura infatti come una struttura flessibile, in grado tanto di essere protagonista della piazza quanto di restringersi ai minimi termini e di scomparire. Composta da una vasca d’acqua della profondità di soli 2 centimetri, larga 12 metri, lunga 46 metri, come la facciata del teatro, coi suoi 73 zampilli la fontana permette di costruire molteplici scenografie e diverse relazioni con gli spazi circostanti, proponendosi sia in forma rettangolare sia circolare. A zampilli spenti l’area davanti al teatro diventa un grande plateatico utilizzabile per eventi, manifestazioni e spettacoli teatrali all’aperto. A fontana accesa l’area diventa invece uno spazio caratterizzato da giochi d’acqua con funzione d’arredo che invitano alla contemplazione, alla sosta, al relax.
L’utilizzo di getti d’acqua comandati da un computer può quindi essere collegato agli eventi musicali presenti all’interno del teatro o a particolari momenti di vita della città. Nello specchio d’acqua si riflettono, a seconda delle prospettive, la facciata del teatro Valli e i monumenti che insistono sull’area, creando così un gioco di rimandi tra i diversi elementi che compongono la piazza.
La fontana è stata realizzata, con un investimento di 300 mila euro di Enìa, che si occuperà anche della sua manutenzione ordinaria e straordinaria.
Avviati nel luglio 2007, i lavori di riqualificazione della piazza, che hanno interessato un’area di circa 12 mila metri quadrati di superficie per un investimento, in due stralci, di tre milioni e 200 mila euro, hanno comportato la pavimentazione dell’area con pietra pregiata di Luserna in diversi formati che riprendono forme e cromie della tradizione (grandi lastre nelle aree prospicienti gli edifici culturali e lungo il percorso che li connette per evocare il valore di forte rappresentatività; lastre di taglio ancora diverso per l’invaso della fontana; piccoli formati per riportare alla memoria l’antico acciottolato), la razionalizzazione delle reti servizi – impianti idraulici, fognature, reti elettriche e del gas – la realizzazione di un impianto di illuminazione, la collocazione di nuovi arredi urbani sia fissi che mobili quali panchine (tra cui le panchine luminose dotate di impianto di diffusione radiofonica poste davanti alla banca d’Italia), sedie e cestini, e la creazione di aiuole verdi con alberature nello spazio antistante l’isolato San Rocco e nell’area a lato della banca d’Italia.
L’area è stata interamente pedonalizzata.
Altrettanta attenzione è stata rivolta al sistema di illuminazione pubblica con l’introduzione, da un lato, di nuove tecnologie volte al risparmio energetico (corpi illuminanti a led e a basso consumo) e la ricerca, dall’altro, di utilizzare la luce come elemento artistico qualificante e unificante dello spazio aperto pubblico, in grado di enfatizzare gli aspetti scenografici complessivi e creare occasioni per nuove modalità di fruizione.
L’intervento di riqualificazione ha reso quest’area un luogo unitario, che ora potrà meglio mettere a sistema le diverse funzioni che si affacciano sulla piazza, quella residenziale, quella commerciale, quella culturale e “riconnetterle” attraverso la centralità di uno spazio inteso finalmente come spazio pubblico e non soltanto come area di passaggio o parcheggio. Le scelte progettuali hanno infatti perseguito l’idea di riportare la configurazione spaziale al suo stato originario, rivalutando l’ambizione della città di costruire un teatro a forte valenza monumentale e scenografica, in grado di rigenerare uno spazio pubblico vissuto fino a poco tempo fa come un vuoto.
Piazze Martiri del 7 Luglio e della Vittoria: il progetto
La filosofia del progetto di ristrutturazione della piazza è l’estensione dell’effetto città – ovvero quella sensazione che si percepisce in alcuni luoghi urbani piuttosto che in altri – a tutto l’esagono del centro storico, fino a superare la cesura dei viali di circonvallazione attraverso il potenziamento degli assi di connessione – da perseguire, in particolare, con il lavoro sullo spazio aperto e sulla cura – arrivando a congiungere la città dell’espansione del primo Novecento. Questo è l’obiettivo principale del “Piano strategico di valorizzazione del centro storico”. Il sistema portante delle piazze che incrocia quello della via Emilia, dove, per tradizione, si coglie l’effetto città e “ci sentiamo in centro”, è oggetto di interventi di riqualificazione di cui, dopo il rifacimento di piazza Fontanesi, quello delle piazze Martiri del 7 Luglio e della Vittoria è certamente un obiettivo di legislatura.
Al progetto delle piazze della zona nord del centro si è arrivati dopo un percorso di due anni con la scelta tra oltre 50 proposte da parte di una commissione (in maggioranza di esterni) presieduta da uno dei più importanti critici e docenti di architettura italiani, Fulvio Irace. Il progetto che mira a ricucire i valori che in quello spazio esistono, non aggiunge ulteriori segni in un’area in cui i segni nel tempo si sono sovrapposti e contrapposti annullando possibili identità. Non è quindi il tema di una nuova identità, ma una azione che assuma il problema del fare emergere i valori che lì esistono e che nel corso della seconda metà del XX Secolo le trasformazioni urbane hanno mortificato. E’ prevista la pedonalizzazione integrale e l’immissione nella piazza di tutte le funzioni dialoganti tra loro: teatri, musei, chiesa, Giardini pubblici oltre al rinnovato Isolato San Rocco con la sua galleria centrale. Lo spazio così ridisegnato mira a mettere in risalto, raccordandoli, quegli edifici che, fino ad oggi, sono risultati quasi corpi a sé stanti; inoltre dà maggiore visibilità ed enfatizza i monumenti innalzati ai Caduti della Resistenza insieme alla scultura che commemora i Martiri del 7 Luglio.
Le aree verdi e i filari di alberi previsti insieme ai giochi d’acqua, alle panchine e agli arredi contribuiranno a trasformare uno spazio in luogo da vivere, anche in considerazione della futura pedonalizzazione.
Dall’ex Caserma Zucchi, sede dell’Università, dove tremila giovani tutti i giorni vivono e studiano, e dal parcheggio, ci si affaccerà su un nuovo cuore pulsante della città.