“Dobbiamo garantire ai bambini, a tutti i bambini, il diritto alla felicità e alla dignità, anche in ospedale. È per questo che l’attenzione alla qualità dei luoghi che accolgono i bambini è un punto chiave dei nostri servizi, come dimostra la realtà delle scuole dell’infanzia e dei nidi di Reggio Emilia. È per questo che devo ringraziare l’Arcispedale Santa Maria Nuova, che già costituisce un’eccellenza nel campo sanitario, perché ha avuto la capacità di mettersi in discussione e avviare una collaborazione con un’esperienza di livello internazionale, il Meyer di Firenze”.
Lo ha detto ieri il sindaco Graziano Delrio, aprendo nel Centro internazionale Malaguzzi l’incontro Cura e accoglienza dei bambini in Ospedale: l’esperienza del Meyer di Firenze, al quale hanno partecipato la presidente e il direttore dell’istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia, Sandra Piccinini e Sergio Spaggiari, il direttore sanitario e il primario di Pediatria dell’ASMN di Reggio Emilia, Iva Manghi e Sergio Amarri. Ad illustrare l’esperienza del Meyer a un pubblico di amministratori e operatori dell’ospedale e delle scuole reggiane, il direttore della Fondazione Meyer Carlo Barburini e alcuni collaboratori.
L’incontro era promosso da Istituzione e Santa Maria Nuova, in collaborazione con Reggio Children e associazione Amici di Reggio Children, per presentare la realtà dell’Ospedale Meyer e riflettere su quanto Reggio possa cogliere da questa esperienza.
L’Istituzione Nidi e scuole d’infanzia e Ospedale Santa Maria Nuova hanno infatti sottoscritto un Protocollo d’intesa per perseguire programmi di miglioramento nell’accoglienza del bambino malato e della sua famiglia in ospedale e nella gestione della salute infantile nei servizi educativi.
Nell’ambito di questo progetto, si è reso opportuno un confronto con l’esperienza dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, considerato tra i migliori al mondo nella cura e nell’accoglienza dei bambini. Infatti all’alta specializzazione medica e chirurgica, il Meyer affianca servizi e progetti di accoglienza che consentono ai bambini di non rinunciare alla loro dimensione di gioco e fantasia, che ne fanno un luogo che considera i malati prima di tutto persone.
Tra i progetti più innovativi, come ha ricordato oggi Carlo Barburini, oltre alla cura dell’accoglienza attraverso spazi e arredi dedicati anche ai genitori e la presenza di animatori, la creazione di una ludoteca interna all’ospedale e di un circuito televisivo interno, che consentirà di produrre filmati ed animazioni coinvolgendo anche i piccoli pazienti.