La piena del Reno e gli allagamenti a Malalbergo sono la inevitabile conseguenza di una gestione sbagliata del territorio dove la cementificazione ha imperato superando il limite di sopportazione della stessa rete idrica. Giustamente il Consorzio della Bonifica Renana lancia l’allarme sul rischio alluvione anche per Budrio, Medicina, Molinella, Galliera, Malalbergo e Bentivoglio mentre in montagna si è di nuovo alle prese con frane e smottamenti, interruzione di strade e ferrovie.
Purtroppo sono molti i comuni dell’Emilia-Romagna a rischio idrogeologico. Appena una settimana fa il rapporto “Ecosistema Rischio” di Legambiente e Protezione Civile, rilevava che l’89% dei comuni dell’Emilia-Romagna è a rischio frana o alluvione (oppure ambedue) e puntualmente la natura ha presentato il conto dell’eccessiva cementificazione del territorio. Alle prime piogge intense la rete scolante è entrata in crisi, minacciando diversi comuni della pianura bolognese.
“Ecosistema Rischio” ha preso in esame le attività nell’opera di prevenzione di frane e alluvioni realizzate da quasi 1500 amministrazioni comunali tra quelle classificate nel 2003 dal Ministero dell’Ambiente e dall’UPI ad elevato rischio idrogeologico. Tra i 6 comuni della pianura bolognese più a rischio per la piena di questi giorni, solo Malalbergo, Galliera e Molinella hanno risposto correttamente al questionario inviato da Legambiente. Tutti e 3 hanno predisposto piani di emergenza per il rischio idrogeologico, ma solo Malalbergo e Molinella hanno segnalato la presenza di un struttura di Protezione Civile attiva 24 ore su 24. Nessuno ha inoltre organizzato nell’ultimo anno attività di informazioni rivolte alla cittadinanza o esercitazioni di protezione civile. Non si hanno invece notizie riguardo piani di emergenza o a strumenti predisposti da parte dei comuni di Bentivoglio, Medicina o Budrio in caso di esondazione.
“L’irrefrenabile e smodata cementificazione lungo i corsi d’acqua e in pianura – commenta Luigi Rambelli, Presidente di Legambiente Emilia Romagna – causata da piani di sviluppo urbano assurdi ed illogici, aggravata dagli effetti dei mutamenti climatici, aumenta drasticamente il pericolo di frane ed alluvioni cui è da sempre soggetto il nostro Paese. Troppe amministrazioni locali sono purtroppo in preda di logiche speculative, sganciate da qualsiasi criterio di programmazione. Non è la prima volta – ha aggiunto – che il consorzio della Bonifica Renana lancia l’allarme per l’eccessiva cementificazione dei territori, che ha visto un sostanziale raddoppio delle aree urbanizzate negli ultimi 25-30 anni. Fortunatamente possiamo contare su un ottimo sistema regionale di protezione civile, che però non basta. È necessaria una efficace opera di prevenzione del rischio idrogeologico che va realizzata educando al rispetto dell’ambiente e degli ecosistemi più fragili (come ad esempio i fiumi) e ad una maggiore cura del territorio”.