Dopo la difficile giornata di ieri, Venezia si prepara ad accogliere una nuova punta di acqua alta: è previsto per stamani una marea di 115 cm. Un massimo molto più contenuto rispetto ai 156 cm di ieri, ma comunque molto sostenuto ed il codice di pericolo attivato è arancio. Inviati già alle prime ore di stamani gli sms di allertamento a coloro che sono iscritti al servizio messo a disposizione dal Centro Maree.
Problemi in Trentino dove eventi meteorologici così intensi non si verificavano da decenni nel mese di novembre. Tecnici e protezione civile hanno lavorato intensamente, questa notte, nel tentativo di riportare la normalità nel più breve tempo possibile. La copiosa neve caduta nelle ore scorse ha provocato infatti enormi disagi sulla linea di distribuzione dell’energia elettrica. In moltissimi casi il peso della neve ha provocato lo schianto di rami o tronchi sui cavi dell’alta tensione strappandoli e causando di conseguenza gravi black out in tutta la Provincia. Al buio sono rimaste almeno 56.000 utenze in bassa tensione tra la Val di Sole, la Val di Non, le Valli di Fiemme e Fassa, le Valli del Sarca, di Ledro, delle Giudicarie, di Daone, la Valsugana, l’Altipiano di Lavarone, il Tesino, Canal San Bovo, a Rabbi e la parte settentrionale della Valle dell’Adige.
Per ciò che riguarda le strade, chiusi tutti i passi; rimangono da aprire le strade che da Cembra e dalla Val Floriana portano alla Valle di Fiemme; chiusa anche la strada che dal passo Vezzena porta al Veneto, mentre si registrano difficoltà di circolazione sull’altopiano della Paganella.
Intanto è allarme per le coltivazioni. Secondo un monitoraggio effettuato dalla Coldiretti, in Puglia nella zona di Manfredonia le forti mareggiate hanno rotte le dune e l’acqua salmastra è entrata nelle aree coltivate allagando cento ettari di terreno coltivato ad ortaggi, mentre è allerta vigile in Pianura Padana dove il livello idrometrico del fiume Po a Pontelagoscuro è salito di 2,15 metri in un solo giorno e si contano i pesanti danni in Sardegna con raccolti distrutti, animali morti, semine da rifare, serre e capannoni abbattuti dalla furia della natura.
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n Sardegna ci sono danni gravissimi con dilavamento dei terreni e decine di aziende ancora inaccessibili e la Coldiretti isolana ha chiesto un intervento straordinario e immediato per consentire all’agricoltura di ripartire mentre dalla pianura padana giungono notizie di un vigile stato d’allerta.
Nel Mantovano è sotto esame la situazione del Secchia, fiume più piccolo ma proprio per questo più rapido nella crescita e con meno golene di espansione. Alcune famiglie sono state evacuate ieri da una golena a San Benedetto Po.
Fonte: Adnkronos