Auricolare e vivavoce non bastano per rendere sicura la guida di chi, mentre è al volante, non sa resistere al richiamo di una suoneria e alla tentazione di una chiaccherata al cellulare.A rivelarlo è una ricerca condotta dal team dell’Università dello Utah guidato da Lee Strayer e pubblicata sul ‘Journal of Experimental Psychology Applied’, secondo cui avere le mani libere non è sufficiente a garantire un buon livello di attenzione e riflessi veloci.
Un giovane che guida parlando al telefonino avrebbe infatti tempi di reazione paragonabili a quelli di un anziano o, peggio ancora, di un ubriaco. Ma non solo. Parlare al cellulare mentre si guida distrarrebbe molto di più che parlare con un interlocutore in carne ed ossa, in quanto la nostra attenzione è dirottata verso la discussione e chi ci parla non ha la possibilità di sapere in che condizioni è la strada o se ci sono particolari pericoli. Lo studio, condotto su 96 volontari testati dentro un simulatore, ha così dimostrato che chi guida parlando al telefonino sbaglia spesso strada, tende ad uscire dalla propria corsia e non rispetta la distanza di sicurezza.
Cose che non si verificano se il guidatore parla con un passeggero. ”Il motivo – spiega Strayer – è che un essere umano presente nell’auto è in grado di rendersi conto delle condizioni del traffico, delle uscite, degli eventuali pericoli e soprattutto sa che deve tacere quando il momento richiede la massima concentrazione da parte dell’autista. Il passeggero – conclude – aggiunge un secondo paio d’occhi, aiuta l’autista a orientarsi e gli ricorda dove stanno andando”.
Fonte: Adnkronos