Nell’udienza del 25 novembre il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza di sospensiva proposta da LAC e WWF contro la delibera con la quale la Regione Emilia-Romagna consente l’esercizio della deroga prevista dalla Direttiva CEE 79/409 ed autorizza il prelievo venatorio di alcune specie di avifauna tra cui lo storno: da giovedì 27novembre quindi è ripristinata la piena efficacia della delibera.
“Si pone così fine, almeno per quest’anno – ha commentato l’assessore regionale Marioluigi Bruschini – ad una polemica, che con toni a volte
esasperati, ha visto la Regione sul banco degli imputati e si riaffermano le buone ragioni di un provvedimento rispettoso della legge regionale quadro del 2007, riconosciuta unanimamente conforme alla Direttiva Comunitaria”.
La preoccupazione di prevenire i danni da storno alle colture agricole (nel 2007 solo per questa specie sono stati stimati circa 437.000 euro di
danni) ha ispirato la delibera regionale e questo presupposto ha determinato le condizioni, i limiti e i territori del prelievo venatorio che, iniziato a settembre, si è interrotto traumaticamente il 18 ottobre scorso con la sentenza del TAR di Bologna che accoglieva la richiesta di
sospensiva.
“La convinzione di avere buone motivazioni per sostenere la delibera – ha aggiunto Bruschini -ha indotto la Regione Emilia-Romagna a richiedere
l’intervento del Consiglio di Stato, rifuggendo da ipotesi azzardate e suicide che pure tanti, cattivi consiglieri hanno proposto in queste settimane.
Mentre salutiamo con soddisfazione la sentenza del Consiglio di Stato che ha ritenuto ‘l’appello assistito da elementi di sufficiente consistenza tenuto conto delle motivate richieste di intervento da parte delle Province’ auspichiamo l’inserimento dello storno nell’elenco delle
specie cacciabili da parte della Comunità Europea, invitando il Governo a sostenere la richiesta che il Ministro De Castro avanzò nel 2007 su indicazione della Conferenza delle Regioni.
In questo modo si metterebbe davvero termine ad una vicenda che alimenta tensioni e contrapposizioni ingiuste e ingiustificate.
Nell’attesa la Regione Emilia-Romagna continuerà ad operare nel rispetto sostanziale della Direttiva Comunitaria e in coerenza con il proprio
orientamento di difesa degli agricoltori che è oggi confortato dall’importante giudizio del Consiglio di Stato”.