In Italia quasi il 43% della superficie delle zone costiere, che in genere comprende suolo fertile, è interamente occupata da zone fabbricate e solo il 29% è privo di qualsiasi tipo di costruzione. Negli ultimi 10 anni le città italiane sono cresciute del 7% (in linea con la media europea) e, a questo ritmo, in 100 anni raddoppieranno le loro superfici. Ogni anno è come se una nuova città grande come Napoli sorgesse nel nostro Paese.
In Emilia-Romagna si parla di un consumo di suolo (urbanizzazione) pari a 8 ettari al giorno (corrispondente a 11 campi da calcio). In particolare, per il solo territorio di pianura, si stima che le aree urbanizzate erano l’1,5% a metà dell’Ottocento, il 2,5% negli anni ’50, il 7,5% a metà degli anni settanta e oltre il 13% all’inizio del 2000.
La sottrazione di suolo – cioè la sua trasformazione da agricola a artificializzato (con case, industrie, strade, ecc.) – comporta, oltre alla minore produzione alimentare, problemi alla ricarica degli acquiferi sotterranei, perdita di biodiversità, maggiore inquinamento. Senza contare che un suolo inquinato è difficile da bonificare e può trasformarsi in un importante veicolo per l’ingresso degli inquinanti nella catena alimentare. I costi complessivi del degrado del suolo imputabili ai fenomeni di erosione, diminuzione della materia organica, salinizzazione, smottamenti e contaminazione sono stimati attorno a 38 miliardi di euro annui per l’Ue-25. A questi costi vanno poi aggiunti quelli per rimediare i danni provocati alle funzioni ecologiche del suolo e dall’urbanizzazione.
In Emilia-Romagna, ai diversi livelli di pianificazione territoriale (Piano territoriale regionale, Piani territoriali di coordinamento provinciale, Piani strutturali comunali) si stanno introducendo criteri per la limitazione dell’incremento del territorio urbanizzabile, secondo le specificità degli ambiti territoriali e utilizzando tecniche di edificazione che permettano di conservare il maggior numero possibile di funzioni del suolo. L’obiettivo è fare in modo che le caratteristiche del suolo siano sempre prese in considerazione nelle decisioni di assegnazione e uso delle terre. In applicazione delle nuove politiche agricole comunitarie, sono fissate a livello regionale (Piano di sviluppo rurale) le buone condizioni agronomiche e ambientali finalizzate a proteggere il suolo contro l’erosione, conservare la materia organica nel terreno e mantenerne una buona struttura. In programma anche azioni per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento del suolo: sono in corso l’inventario e la bonifica dei siti contaminati e un’analisi finalizzata a valutare in modo integrato il rapporto fra processi produttivi e la “risorsa suolo” nelle autorizzazioni ambientali. Se dunque per la conservazione del suolo si punterà sempre più sulla prevenzione, un ruolo essenziale è affidato alle aree boscate e agli interventi del Piano forestale regionale 2007/2013, che ha fra i suoi obiettivi prioritari quello di assicurare la tenuta idrogeologica del territorio. Da sottolineare inoltre che i suoli forestali costituiscono un grande serbatoio di CO2, sottratta così all’atmosfera.
“Il governo di questa Regione, anche nella redazione del Piano territoriale, – ha sottolineato l’assessore regionale alla sicurezza territoriale Marioluigi Bruschini – ha individuato nella protezione del suolo uno dei temi principali e più delicati per garantire lo sviluppo sostenibile della regione. L’abito mentale che deve affermarsi è che il suolo è un bene finito, come l’acqua, e lo stiamo consumando. Occorre uno sguardo di lungo periodo. Se nel dopoguerra era legittimo considerare le risorse naturali come un bene a disposizione per vivere meglio, per migliorare le nostre condizioni di vita, oggi il tema è imparare ad accudire il suolo con grande lungimiranza. Lo vogliamo fare in un’ottica europea, lavorando insieme”.
Per fare il punto sullo stato di salute del nostro suolo e delineare le future strategie di intervento, la Regione Emilia-Romagna ha organizzato, in collaborazione con la Baviera e la Catalogna, la Commissione Europea e il Servizio Geologico Europeo, il Congresso “La protezione del suolo. Verso l’integrazione delle strategie tematiche regionali”.
L’appuntamento rappresenta un contributo delle “Regioni Europee per la Scienza della Terra” all’Anno internazionale del Pianeta Terra, indetto dall’Unesco per il 2008. Alla due giorni di congresso partecipano, oltre agli esperti del Gruppo di lavoro sul suolo – costituito dalle tre regioni europee e di cui l’Emilia-Romagna è capofila – anche rappresentanti di numerose Regioni italiane, di Province, Comuni, organizzazioni agricole, consorzi di bonifica e autorità di bacino.
Il suolo
Il suolo è una risorsa vitale e in larga misura non rinnovabile. La sua qualità incide sulla salute dei cittadini e sulla sicurezza dei prodotti destinati all’alimentazione umana e animale. Ha ripercussioni dirette sulla qualità delle acque e dell’aria, sulla biodiversità e sui cambiamenti climatici.
Il degrado del suolo è un problema serio in Europa, causato o acuito dalle attività umane, come pratiche agricole e selvicolturali inadeguate, attività industriali, turismo, proliferazione urbana e industriale e opere di edificazione. Nell’insieme queste attività possono esercitare un impatto negativo, il cui risultato può essere una minor fertilità del suolo, una perdita di carbonio e di biodiversità, una capacità inferiore di trattenere l’acqua, lo sconvolgimento dei cicli dei gas e dei nutrienti e una minore degradazione degli agenti contaminanti. Quando il terreno è impermeabilizzato (per la costruzione di edifici, strade o altri usi) si riduce la superficie disponibile per lo svolgimento delle funzioni del suolo e l’impermeabilizzazione del suolo è pressoché irreversibile.
Il congresso
Il congresso, articolato in quattro sessioni, affronta il tema dei rischi cui è esposto il suolo e delle disposizioni a sua tutela.
I lavori sono stati aperti da un seminario internazionale sulla Strategia tematica per la protezione del suolo, proposta dalla Commissione europea, in vista della definizione di una nuova Direttiva quadro che, entro fine anno, sarà presentata al Parlamento europeo.
La proposta di direttiva contiene disposizioni generali per gli Stati membri, in materia di prevenzione per evitare il degrado del suolo. Gli Stati dovranno individuare le zone esposte ai diversi fattori di rischio (erosione, diminuzione della materia organica, compattazione, salinizzazione o smottamenti) per cui si dovranno adottare obiettivi di riduzione dei rischi e formulare programmi di intervento. Dovranno, inoltre, essere individuate le aree contaminate situate sul proprio territorio e istituire una strategia nazionale di bonifica.
Il Congresso di Bologna vuole anche approfondire il tema dell’impatto sul suolo delle politiche di pianificazione territoriale, dell’ambiente e dell’agricoltura, per arrivare ad una politica coerente di difesa del suolo.
Gli atti dei lavori saranno disponibili sul sito del Servizio Geologico Sismico e dei Suoli e le conclusioni saranno presentate al 6° Congresso Europeo sulla cartografia geoscientifica regionale ed i sistemi informativi (Euregeo) che si svolgerà nel giugno 2009 a Monaco di Baviera in Germania.
Il sito
Il sito del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione registra circa 240 mila accessi l’anno (il 26% sono stranieri), con oltre 1 milione e 200 mila documenti scaricati. Diviso in 9 aree tematiche (geologia, sismica, suoli, acque, dissesto idrogeologico, costa, subsidenza, archeologia, geotermia) il sito offre diversi servizi: sistemi informativi (tra cui la Banca dati dei suoli della Regione Emilia-Romagna, che contiene una notevole mole di dati e che si è andata costruendo a partire dal 1976, anno dei primi rilievi pedologici); cartografia; documenti di convegni e seminari; notizie su corsi e progetti europei; piani e normative di settore; pubblicazioni.