La sicurezza nelle scuole non è solo emergenza. Occorre passare ad una seria programmazione dei controlli di sicurezza nelle scuole, come ha sottolineato il sottosegretario Bertolaso che ha dichiarato ieri ai giornali che i fondi eccezionali stanziati dopo la tragedia di San Giuliano, nel 2002, sono stati impegnati solo nel 2008.
Le scuole – spiega il Codacons – sono luoghi di lavoro perchè ci lavorano insegnanti e bidelli e perchè la giurisprudenza è concorde nel ritenere anche gli studenti lavoratori ai fini della sicurezza. IL T.U. sulla sicurezza del lavoro, in vigore da giugno 2008, introduce l’OBBLIGO di redigere il documento di valutazione del rischio, sulla base del quale il datore di lavoro – per le scuole la Provincia o il Comune – deve intervenire, pena la condanna penale del responsabile. La giurisprudenza ha stabilito che i dirigenti provinciali e comunali devono impiegare i fondi prima per la sicurezza nelle scuole e poi per le altre cose.
La prevenzione e la sicurezza del lavoro è compito del servizio sanitario nazionale, non della Protezione civile. Lo Stato – prosegue il Codacons – provveda attraverso l’Istituto di cui dispone: l’ISPESL, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, che costa 200 milioni di euro e che è noto più per deficienze e cattiva amministrazione che per gli interventi di prevenzione. Il suo responsabile è inamovibile da 25 anni, e il controllore, revisore dei conti sembra sia incompatibile per il divieto di doppi incarichi, fissata con DPR 388/1995 e ribadita recentemente dal Consiglio di Stato (Sez. IV n. 2406/2008).
Quel che si deve evitare adesso è, sull’onda della emozione della vittima, una corsa alle consulenze private di scuola in scuola, con una dilatazione incontrollata della spesa e nessuna garanzia di professionalità oltre l’intuito dei dirigenti scolastici.