Home Lavoro Coscia (Cisl): lavoro nero, cancro che mina il tessuto sociale ed economico

Coscia (Cisl): lavoro nero, cancro che mina il tessuto sociale ed economico

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«I controlli sono uno strumento essenziale per combattere il lavoro nero e sommerso, ma risultano insufficienti se limitati all’impresa oggetto di ispezione. È necessario, infatti, verificare anche i fornitori e clienti, aziende che spesso si fregiano di grandi marchi e casomai hanno anche il “bollino” della responsabilità sociale d’impresa». Lo dice Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl, commentando i casi di lavoro irregolare scoperti in questi giorni dalle forze dell’ordine.

«Operai cinesi ridotti in schiavitù, muratori dell’Est sfruttati dal caporalato: incredibile, ma vero, tutto questo accade nella civilissima Modena – osserva Coscia – Dobbiamo renderci conto che ci troviamo di fronte a un fenomeno diffuso in profondità in tutti i settori produttivi e in tutte le zone della nostra provincia. È come un cancro che si sta estendendo e che rischia di uccidere il nostro tessuto economico e sociale».
Per il segretario Cisl ci sono tre strumenti che potrebbero rivelarsi molto efficaci per debellare l’economia sommersa: estendere i controlli a tutta la filiera (dal fornitore della materia prima al cliente del prodotto finale); introdurre gli indici di congruità (per la tale lavorazione occorrono non meno di tot lavoratori); imporre la tracciabilità delle operazioni economico-finanziarie (dove, come e chi ti ha dato i soldi per il tale investimento).

«Oltre alla politica repressiva, però, – aggiunge Coscia – bisogna anche sostenere le imprese che vogliono emergere dal nero e operare legalmente sui mercati. Ricordo in questo senso che nel 2001 le Province di Modena e Reggio Emilia hanno dato vita, insieme alla Regione, al Consorzio Spinner Azione 3 Emersione Sviluppo Italia. Il termine per presentare all’Inps domanda di emersione è scaduto il 30 settembre scorso. A Modena e provincia hanno aderito trenta imprese nel 2007 e ventidue nel 2008, quasi tutte a seguito di irregolarità riscontrate nelle ispezioni».
Per quanto riguarda i cinesi, il segretario Cisl ricorda che nel 2005 è stato prodotto un manuale per favorire la regolarizzazione dei lavoratori e degli imprenditori cinesi; sempre nel 2005 è stato aperto a Carpi un “emersione point” presso lo sportello unico delle imprese.