Si tratta di un ciclo di lezioni aperte al pubblico che il professor Eco, da poco diventato emerito dell’Università di Bologna, terrà nell’Aula Absidale di Santa Lucia dal 24 al 27 novembre.
L’iniziativa
Come racconta nelle “Postille” a Il nome della rosa, il Medioevo ha costituito per Eco una sorta di “immaginario quotidiano” da quando ha cominciato a scrivere la tesi di laurea sull’estetica di Tommaso d’Aquino (discussa nel 1954 sotto la direzione di Luigi Pareyson) ed ha accumulato schede, fotocopie, quaderni di appunti sugli argomenti più disparati (oltre naturalmente alle riflessioni dei medievali sul bello). Tutto questo vasto ed eterogeneo materiale si è sedimentato nel tempo in vari libri e articoli: dalla tesi di laurea (pubblicata poi nel 1956) al primo romanzo, da Baudolino (2000) ai più recenti volumi dedicati alla storia della bellezza (2004) e della bruttezza (2007), dalle note alle tavole del Commento all’Apocalisse del Beato di Liebana (1973) all’ultima raccolta di saggi (Dall’albero al labirinto, 2007).
Le quattro passeggiate in programma per i primi giorni della settimana prossima, rappresentano un ritorno sui luoghi di una passione mai sopita, occasionalmente frequentati in tutti questi anni e mai definitivamente abbandonati.
La prima passeggiata, si può intuire dal titolo, ci porterà a rivisitare quei mille anni di storia e di cultura estremamente vari, convenzionalmente incastrati tra la fine dell’Impero Romano e la scoperta dell’America, che hanno prodotto la diversificazione linguistica dell’Europa, la democrazia comunale, la cambiale, la partita doppia, la bussola, la polvere da sparo e la stampa, oltre alle condizioni materiali della trasmissione dei testi classici (in gran parte copiati da oscuri amanuensi negli ‘anni bui’ del Medioevo), alla costruzione di quel modello di alta formazione che è l’università e all’elaborazione di teorie e pratiche culturali ancora oggi di estremo interesse (anche per la semiotica). Le altre passeggiate, ripercorreranno alcuni dei sentieri tracciati o accennati fin dalla tesi di laurea: la fascinazione per la mostruosità e la mistica ammirazione per la bellezza del mondo, traccia del suo creatore, la rivisitazione estetica della metafisica neoplatonica della luce, la ricerca dei requisiti formali del bello.
Un commento del pro Rettore alle Relazioni Internazionali Roberto Grandi
“Vari sono i modi di mostrare l’internazionalità di un Ateneo: dal numero di studenti stranieri presenti ai professori stranieri che insegnano, ai corsi tenuti in lingua inglese. Un altro modo è organizzare un ciclo di conferenze da parte di un docente che è considerato l’eccellenza internazionale nel suo campo. La presenza di Eco alla direzione della Scuola Superiore di Studi Umanistici è un motivo di positiva sorpresa da parte dei colleghi di tutto il mondo e di soddisfazione da parte dell’Università di Bologna. Questa serie di incontri fa riferimento, da un lato, a uno dei temi ricorrenti nella produzione scientifica di Umberto Eco e, dall’altro, a un tema che sempre più spesso interessa non solo gli specialisti ma anche il pubblico più generale. Rendere al Medioevo la propria identità, o schegge della propria identità, è un’impresa affascinante che percorre varie discipline e diverse competenze. Eco propone all’Alma Mater, alla città di Bologna e a tutti noi la propria interpretazione”.
Il calendario degli incontri
– Lunedì 24 novembre: Alcune cose che non sappiamo sul Medio Evo
– Martedì 25 novembre: I mostri e la bellezza del mondo
– Mercoledì 26 novembre: La luce
Giovedì 27 novembre: La proporzione e la forma
Tutti gli incontri si terranno dalle ore 18 alle 20 nell’Aula Absidale di Santa Lucia – via De’ Chiari 25/2.