Oggi un piatto di pasta costa un terzo di più rispetto all’anno scorso, a fronte di un calo del costo della materia prima. Il prezzo del grano duro si è infatti sostanzialmente dimezzato rispetto ai mesi scorsi, tanto che il Garante dei prezzi ha convocato i principali produttori di pasta per capire cosa sta succedendo. Seppure in proporzioni diverse, anche il prezzo del pane è aumentato mentre quello del grano tenero è diminuito.
I dati resi noti in questi giorni confermano le tendenze già rilevate da Carocibo, un nuovo indicatore nato dalla collaborazione tra la Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, Last Minute Market ed Econometrica.
Carocibo ha come obiettivo quello di monitorare l’entità in euro e gli incrementi percentuali della spesa alimentare, facendo riferimento ad una dieta tipo stilata sulla base delle esigenze nutrizionali di un uomo adulto – un paniere di 15 prodotti per 2.300 calorie.
Secondo i dati elaborati da Carocibo, tra settembre 2007 e 2008 il prezzo della pasta ha subìto un aumento del 24,91% mentre quello del pane è rincarato dell’8,63% contribuendo a determinare la crescita della spesa giornaliera nazionale, che è passata da 6,39 a 6,77 euro, con un aumento del 5,95%. Poiché però pane e pasta nel “paniere” del consumatore contano per una quota relativamente modesta della spesa in cibo, rispettivamente 2,47% e 3,12% (settembre 2008), non sorprende che i consumi di questi due prodotti aumentino dal punto di vista quantitativo.
E’ comunque evidente che “qualcosa” nella filiera non funziona al meglio, non solo nei mercati internazionali, ma soprattutto a valle: industria di trasformazione e distribuzione. In effetti l’aumento marcato della pasta si spiega anche considerando il numero relativamente basso dei pastifici (130), ma la stessa spiegazione non vale per il pane dato che il numero dei fornai è piuttosto elevato.
“Bene ha fatto dunque Antonio Lirosi, il Garante dei prezzi nominato dal Ministero dello Sviluppo Economico – ha commentato il professor Andreà Segrè, presidente di Last Minute Market e preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna – a convocare i produttori di pasta e le imprese della grande distribuzione per far luce su questioni che sono importanti per tutti i consumatori” .